martedì 17 luglio 2012

Che il Cammino neocatecumenale sia una realtà profondamente eterodossa all’interno della Chiesa cattolica, è un’evidenza tale che a non accorgersene sono solo i suoi appartenenti (e si può in qualche modo, ma non troppo, capire) e la gerarchia della Chiesa cattolica che dovrebbe, invece, vigilare e intervenire in merito (e qui non si possono per niente capire e tollerare tali mancanze). Mi si dirà che quello che per me è un disgustoso e gravissimo tradimento da parte della gerarchia ecclesiastica, è invece la controprova dell’ortodossia del Cammino neocatecumenale nei confronti della Chiesa cattolica. A costoro rispondo richiamando la storia della Chiesa quando, nel IV secolo, con lo scatenarsi dell’eresia ariana, molti vescovi cattolici aderirono a tale dottrina. Mi si permetta, intanto, una glossa a mio avviso molto indicativa: non tutti, all’interno del CNC (Cammino neocatecumenale), sentono l’urgenza e la necessità di far apparire (solo di apparenza si tratta) il loro movimento conforme alla Chiesa cattolica. Per molti di loro, le palesi e gravi divergenze, sono un vanto, un segno di novità, spontaneità e genuinità. I classici sintomi dell’eresia e dello scisma. Tra coloro che mostrano la pesante divergenza del CNC con la Chiesa cattolica c’è un sociologo, ateo, che ha recentemente pubblicato per la Feltrinelli, uno studio sulla crisi della Chiesa in Italia. Il libro è Quel che resta dei cattolici e l’autore è Marco Marzano. Egli, nel suo interessante (e doloroso, per me credente) studio del Cammino scrive che è un movimento: «la cui prepotente avanzata preoccupa tanti dentro la chiesa, quello che con maggior radicalità sta cercando di penetrare nella base cattolica, di occupare le parrocchie, di formare un proprio clero, di disegnare un modello di spiritualità del tutto originale; quel gruppo che ha ideato nuovi rituali e una propria liturgia, che aspira, più di tutti gli altri, a divenire un’autentica “chiesa nella chiesa”» (pag. 21) Anche un ateo si accorge che la liturgia neocatecumenale è nuova, diversa, da quella cattolica, a differenza di tutti quei preti che la celebrano. Quella di Marzano è un’analisi sociologica che nella diversità trova solo un valore da studiare. In essa non può cogliere il dramma dell’eresia, degli abusi, delle storture, dell’apostasia di molti preti e vescovi, della disobbedienza, oltretutto, alle normative millenarie della Chiesa e anche a quelle create ad hoc nei loro confronti dall’attuale gerarchia. Proprio leggendo quanto scrive Marzano si scoprono cose che da anni tanti all’interno della Chiesa cercano di far capire (come l’ottimo blog Osservatorio sul Cammino Neocatecumenale secondo Verità), ma non per vincere una battaglia tra schieramenti, ma solo per tutelare la bellezza della Sposa di Cristo e per tutelare le persone che, ignare e animate da buone intenzioni, finiscono nella trappola del Cammino. Marzano cita casi ai quali ha assistito personalmente (ma basterebbe un po’ di onestà intellettuale per capire, anche da soli, che il CNC è lontano anni luce dal Cattolicesimo) e riferisce di testimonianze ricevute da gente che il Cammino, dopo pesanti traumi, l’ha abbandonato. E qui prevedo un’obiezione: i fuoriusciti sono parziali; sono gente che è uscita, quindi inevitabilmente parlerà male del Cammino. Aldilà del fatto che se un uomo si lascia con la propria fidanzata, non necessariamente (anzi!) andrà in giro a dire che lei è una prostituta, ma anzi ricorderà le cose belle trascorse insieme. Non così accade per i fuoriusciti del Cammino. Tra l’altro, se vogliamo prendere per vero che i fuoriusciti sono parziali nel giudizio, lo stesso (e anche peggio) dovremmo dire degli aderenti al Cammino: anche loro sono di parte e i loro commenti entusiasti non possono essere considerati, allo stesso modo, credibili. Per cui, avvocato, obiezione respinta. Nello studio di Marzano, quindi, si evince, innanzitutto, che il CNC è una setta. A pag 211-212 Marzano espone i criteri sociologici (non tradizionalisti, reazionari o chissà cosa) per cui si può affermare senza ombra di smentita che il Cammino Neocatecumenale è una setta. “Una “chiesa nella chiesa” neocatecumenale, un cristianesimo settario e di minoranza, solo nominalmente cattolico ma già autonomo dalla teologia e dalla sensibilità cattoliche, autoreferenziale e disinteressato a tutto ciò che avviene fuori di sé, consapevolmente refrattario a ogni progetto di cambiamento politico e sociale” [pag 175] Dopodiché, a conferma delle analisi sociologiche, come dicevamo, basta il buon senso. Basta guardarli e ascoltarli per capire che non sono conformi alla dottrina e alla prassi della Chiesa. Infatti, leggiamo: “In ogni caso la messa catecumenale è chiaramente un “rito separato”, al quale non assistono mai gli altri parrocchiani, quelli estranei al movimento”. [pag 174] A proposito di liturgia Marzano racconta la Messa neocatecumenale a cui ha partecipato e parla tranquillamente di “monizioni”, “risonanze”, “recita della formula della consacrazione cantata”, “uso del pane piuttosto che delle ostie”, “ricezione della Comunione da seduti” (qui va riconosciuta l’abilità dei fondatori del CNC di usare un escamotage verbale, ma tant’è), “dopo aver ricevuto nelle mani l’Eucarestia il fedele si siede e attende tutto il resto dell’assemblea per ingoiare il pane”, “il calice che passa di mano in mano”. Questi sono tutti elementi (e non sono i soli) molto distanti (se non opposti) alla prassi normale e regolare della Chiesa. Prassi, quella neocatecumenale, condannata da Benedetto XVI, ma rimasta inascoltata e irrisa dai responsabili delle Comunità. La cosa simpatica, nel grottesco della vicenda, è che tali norme papali sono state inserite nello Statuto che riconosce il Cammino Neocatecumenale; per cui capita che i neocatecumenali, disobbedendo al Papa, disobbediscono anche a sé stessi, o almeno a quanto hanno fatto mettere nello Statuto. Oltre al discorso sulla liturgia (che qui ci siamo solo limitati a sfiorare) e ai traumi causati sugli appartenenti al movimento, pesa, come un macigno, il ruolo che il Cammino riserva ai sacerdoti: meri esecutori di formule e di riti. Al resto ci pensano i super catechisti, dei laici. Anche qui, la sterile e falsa apologetica neocatecumenale, oltre a negare anche l’evidenza, sostiene che il sacerdote ha un ruolo fondamentale e centrale nel Cammino. Eppure, le testimonianze (non io) dicono il contrario. “Alle riunioni era immancabilmente presente anche don Gino, il parroco. Seduto accanto ai catechisti, il sacerdote faceva regolarmente scena muta. Non predicava, né ovviamente rispondeva agli interrogatori dell’equipe di catechisti, limitandosi semmai a recitare la preghiera spontanea che inaugurava l’incontro o il Padre Nostro che lo concludeva. Né istruttore né discente, don Gino se ne stava tutta la serata immobile, seduto e in silenzio, ad ascoltare concentrato le parole dei suoi “fratelli”. Anche durante la liturgia della parola alla quale aveva presenziato, se ne era stato seduto lontano dagli astanti, dietro l’altare-leggio, sullo sfondo dell’assemblea, muta tappezzeria simbolica esattamente alle spalle del “fratello” che, di volta in volta, commentava il brano biblico o intonava i canti dopo avergli rivolto una frettolosa genuflessione”. [pag 177] Tra le altre cose Benedetto XVI più e più volte ha richiamato le comunità neocatecumenali, oltre a “seguire fedelmente i libri liturgici” (cosa mai fatta), ad integrarsi all’interno della parrocchia, a non essere cosa a parte. Richiesta anche questa disattesa. Seppur richiamati a partecipare almeno una volta al mese alla liturgia della parrocchia, le comunità non lo fanno e i catechisti (testimonianza anche questa riportata da Marzano) ridono tranquillamente sopra la loro disobbedienza. Nell’assurdo di tutta la situazione, gli ideatori e i sostenitori del CNC sostengono che esso serva a riportare le persone lontane dalla fede all’interno della Chiesa. Bene. Anzi, benissimo! Ma, anche qui, si tratta di menzogne. Primo perché la chiesa che i lontani conoscono è quella neocatecumenale e non quella cattolica, secondo perché il Cammino (aldilà delle dichiarazioni ufficiali) non finisce mai. La durata del Cammino per ogni persona la stabiliscono “i catechisti, che giudicano, di volta in volta, l’idoneità di ogni comunità a superare un determinato “passaggio”. […] in realtà il Cammino non finisce mai, perché la comunità, ed è piuttosto comprensibile, non si sciolgono nemmeno dopo l’esaurimento di tutte le fasi rituali del percorso iniziatico, ma proseguono le attività fino al loro esaurimento naturale (cioè al venir meno dei loro appartenenti).” [pag. 170] Ma non so se in Paradiso esistano le parrocchie. Le eresie propinate dal CNC sono tante e documentate e non è questo lo spazio per evocarle. Rimando al blog già citato, dell’Osservatorio sul Movimento Neocatecumenale. “L’avvento del movimento neocatecumenale avrebbe segnato, in accordo con una convinzione tanto diffusa nei gruppi scismatici di ogni tempo (La Volpe 2010), la rinascita dello spirito originario, la ripresa a distanza di secoli di un cristianesimo finalmente destinato a un gruppo di soli eletti e non più alle masse, definitivamente liberato da incombenze politiche, sociali e culturali più ampie, felicemente ridotto alla sua essenza radicale: un percorso iniziatico di ascesi spirituale a imitazione di Cristo, dei suoi discepoli e delle prime comunità cristiane perseguitate”. [Marzano, pag. 169-170] Seppur tra notevoli anomalie e grosse stranezze dell’iter di riconoscimento, il CNC è definito come parte della Chiesa cattolica, che però a ben guardare è come se un pescivendolo garantisse che quella bistecca che ha in vetrina lui l’ha pescata quella mattina. I papi, più o meno, ne hanno validato l’esistenza e la prassi. Questo, più che garantire la genuinità e la cattolicità del CNC, a ben guardare, aumenta soltanto lo sgomento di come un’Autorità gloriosa, santa e veneranda come quella petrina, si sia abbassata (perché di questo si tratta) ad accettare dottrine e pratiche che di cattolico non hanno niente e che vanno contro lo stesso Romano Pontefice. Romano Pontefice che, è vero, ha richiamato spesso le storture, ma senza provvedimenti seri le parole volano e rimangono solo a scandalizzare chi si sforza, come me, di rimanere cattolico. Le parole usate per elogiare il Cammino sono ripetute come un mantra dai sostenitori dello stesso; le parole (anche queste molte) di richiami sono irrise dagli adepti del CNC e ignorate dal resto della cattolicità. Effettivamente se alle parole non si fanno seguire i fatti, difficilmente esse troveranno accoglimento di fronte a figli disobbedienti e impuniti. La crisi della Chiesa è anche figlia della crisi dell’Autorità, che ha deciso di non punire più e di non imporsi più e la sua Parola, che dovrebbe essere vincolante per tutti, è diventata opinabile e, quindi, trascurabile. Il Papa è diventato un’opinionista che esprime la sua idea e non la verità della Chiesa, per cui, come fanno i Neocatecumenali, si può prendere delle parole del Pontefice solo quelle che fanno comodo. La cosa più grave, dicevamo, è che i Papi hanno deciso di affidare le sorti (alcune, non tutte) della Chiesa a degli eretici e degli scismatici. Non so con quali criteri né a quali costi (uno, carissimo, è lo scandalo per chi la fede cattolica ancora la conserva). La scelta c’è e ne prendiamo atto. In spirito, cattolico, di filiale obbedienza. Seppur nello sconcerto e nel dramma che viviamo, accettiamo le decisioni di chi è sopra di noi. Tremiamo e piangiamo di fronte all’abominio, ma se davvero abbiamo fede, sappiamo che le porte degli inferi non prevarranno. Nemmeno se sono guidate da un pittore spagnolo.

12 commenti:

  1. giovanotto, bla-bla-bla.


    Si torna sempre ed elementarmente li:

    il cammino e' una istituzione della Chiesa Cattolica e il percorso catechetico ha il placet della Chiesa.

    Tutto il resto e' fuffa.

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    1. Senta uomo maturo,

      se ha letto bene quanto ho scritto non ho negato quanto lei afferma. Tutto ciò non toglie, anzi aumenta, lo scandalo.

      Che reazione avrebbe lei se domani il Papa dicesse che Cristo non è risorto? Si rende conto della portata dell'affermazione?

      Bhè, mi creda, il CNC può avere tutti i riconoscimenti che vuole, ma quello che fa e dice non è cattolico.

      Oltretutto qualche neocatecumenale volenteroso (cioè che non risponda per slogan e frasi fatte) potrebbe gentilmente spiegarmi perchè dei Papi prendete solo quello che vi fa comodo e, ad esempio, non rispettate le norme liturgiche, visto che la vostra prassi, al Santo Padre Benedetto XVI, proprio non piace?!

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  2. "Che reazione avrebbe lei se domani il Papa dicesse che Cristo non è risorto? Si rende conto della portata dell'affermazione?"

    Giovane, una rosa simile non se la dovrebbe porre nemmeno in astratto, e' una fesseria impossibile, semplicemente perche' quella e' una verita' di fede, e' un elemento essenziale del Simbolo, ma il Santo Padre, il Vicario di Cristo potrebbe negarla.(punto)

    La cattolicita' del Cammino Neocatecumenale non spetta a te giudicarla, spetta alla Chiesa e alla sua gerarchia, che in tal senso si e' pronunciata.

    Certo il Cammino non e' un dogma di Fede, MA e' stato definito dagli ultimi due pontefici "dono dello Spirito Santo", questa definizione -di fatto- rientra tra gli atti del magistero ordinario ai quali i cattolici debbono: "il religioso ossequio della volonta' e dell'intelletto".

    Cosa significa?

    Che pur non essendoci rivelazione Divina, si esclude l'errore e la contraddittorieta', quindi questi discorsi sono fuffa.

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    1. Grazie della risposta, anziano.

      La mia era ovviamente una fesseria impossibile, ma era volutamente tale per chiedere ai neocatecumenali lo sforzo di affrontare i contenuti delle questioni e non fermarsi al "il Papa ci ha approvati".

      Anche perchè il Papa che vi ha approvato, vi ha anche espressamente chieso di seguire fedelmente i libri liturgici. Ricevere da seduti l'Eucarestia (aldilà del trucchetto verbale), passarsi il calice, non inginocchiarsi alla consacrazione, le risonanze, ecc, non rientrano nella categoria. Perchè qui il Papa non lo seguite.

      Il Papa che vi ha approvato chiede che vi integriate nella vita della parrocchia. Perchè tutte le testimonianze, laiche e non, dicono il contrario?

      A proposito di dogmi, non è il vostro fondatore, colui che con l'etichetta di "sacramentitni" irride chi pratica l'adorazione eucaristica, che sostiene che se Cristo avesse voluto essere adorato non si sarebbe reso presente in un pezzo di pane, ma in una pietra? Questa se non è un'eresia cos'è?

      Non è nel CNC, come in molte, troppe, altre parti della Chiesa, che si intende la Messa come una cena? Infatti, coerentemente costruite e chiamate l'altare 'mensa'. Ma la Chiesa crede come verità di fede che la Messa è un sacrificio. Questa come me lo definisce? Io la chiamo eresia.

      Io non ho messo in dubbio la vostra approvazione, seppur tra colpi di mano e molte stranezze. Ma essa genera sgomento e pesanti dubbi ed è di questi che chiedo ragione.

      Infine, l'ho scritto nell'articolo, ma sembra non essere stato letto. Nel IV secolo la maggioranza dei vescovi erano ariani (legga eretici); valutiamo le cose per quello che sono, non perchè qualche prelato le sostiene.

      Grazie

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  3. L'arroganza dell'anonimo del 17 luglio dimostra che questo "cammino" non viene da Dio e non porta a Dio.

    E'la stessa arroganza che ho riscontrato nei testimoni di Geova.

    GdM

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  4. "A proposito di dogmi, non è il vostro fondatore, colui che con l'etichetta di "sacramentitni" irride chi pratica l'adorazione eucaristica, che sostiene che se Cristo avesse voluto essere adorato non si sarebbe reso presente in un pezzo di pane, ma in una pietra? Questa se non è un'eresia cos'è?"

    QUESTA AFFERMAZIONE ATTRIBUITA A KIKO E' FASULLA, TIENI CONTO AD ESEMPIO CHE ALLA DOMUS IN GALILEA C'E' UN GRANDE SPAZIO DEDICATO ALL'ADORAZIONE PERPETUA, C'E' DI VERO CHE IL CULTO EUCARISTICO FUORI DELLA MESSA E' INTRODOTTO GRADUALMENTE E NON DA SUBITO, COME STABILITO DALL'ART.14 DELLO STATUTO.


    "Infatti, coerentemente costruite e chiamate l'altare 'mensa'. Ma la Chiesa crede come verità di fede che la Messa è un sacrificio. Questa come me lo definisce? Io la chiamo eresia."


    LA DEFINIZIONE DI MENSA E' DI KIKO O DEI NEOCAT?


    "Infine, l'ho scritto nell'articolo, ma sembra non essere stato letto. Nel IV secolo la maggioranza dei vescovi erano ariani (legga eretici); valutiamo le cose per quello che sono, non perchè qualche prelato le sostiene."

    MBE', TANTO CHE CI SEI, POTEVI CITARE PURE I CATARI....HAI NOTIZIA DI PONTEFICI "APPROVATORI" DI ARIANI E CATARI?



    Per l'altro, chiedo scusa per il tono, e' semplicemente che sono stufo dei soliti copia-incolla.

    "L'Approvazione", non e' una foglia di fico, e' un fatto al quale i cattolici debbono ossequio e rispetto.

    Altrimenti si cade nel protestatismo, piaga che affligge molti tradizionalisti, che si auto attribuiscono facolta' di attribuzione di censure, eresie e apostasia, che NON hanno se sono cattolici.


    il maiuscolo era solo per distiguere dal quote.

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    1. Allora...per quanto riguarda la veridicità di tale affermazione, se è falsa sono pronto tranquillamente a scusarmi. Certo è che le mie perplessità rimangono. Nelle chiese neocatecumenali (così come altrove, il problema non è solo NC, è evidente) il Tabernacolo è sempre sistemato in un posto a lato, quasi nascosto. Anche il modo di ricevere l'Eucarestia (da seduti, come Kiko si vanta) pone seri interrogativi su quella che è la dottrina neocatecumenale. E a proposito di come si riceve l'Eucarestia, perchè l'Ordinamento generale del Messale Romano parla di inginocchiarsi alla consacrazione, il Papa lo ribadisce, ma io non ho mai visto nè sentito un neocatecumenale dire o fare la stessa cosa? Perchè il Papa suggerisce, anche con l'esempio, di ricevere l'Ostia in ginocchio e i neocatecumenali la ricevono da seduti e tenendola in mano?

      Della Messa come cena ne ho sentito parlare da tutti i neocatecumenali. Preti e laici.

      Ho citato gli ariani per fare un esempio. Quando ci sono gli spettacoli di Kiko con annesse chiamate vocazionali, per molti la presenza di vescovi e cardinali è certificazione di ortodossia; per me di apostasia. Ecco perchè ho riferito l'esempio del IV secolo.


      Guardi che nel protestantesimo rischiano di caderci i neocatecumenali visto quali sono gli studi del proprio fondatore (come da lui riferito).

      A me del CNC frega relativamente. Non risponde alla mia sensibilità e lo evito (nonostante non sia sempre possibile). Per il resto quello che fa rabbia e male è vedere come viene trattata la Sposa di Cristo anche (non solo!) dai neocatecumenali. Il Papa citato solo quando conviene e la liturgia storpiata a proprio piacimento.

      Nell'articolo mi sono soffermato solo su alcuni aspetti, ma sa meglio di me quanto sia grave la questione.

      Come ho scritto e non mi stanco di ripetere, seppur mi genera confusione e scandalo, accetto in filiale obbedienza e ossequio i provvedimenti del Pontefice. Lo stesso non si può dire da parte neocatecumenale.

      Cerco però di capire, non di ripetere slogan quali "il Papa ci ha approvati, quindi possiamo fare tutto".

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    2. .. Mamma quante parole.. Io sono del cammino e francamente tutti questi problemi non li faccio, penso che se un qualcosa è "buono" o " non- buono " lo si vede dai frutti che dà, ergo se il cammino porta persone lontane alla fede e alla riscoperta della religione cattolica come unica , benvenga. Ma se il cammino per alcuni è scandalo allora non camminino. Molto semplice. Tutte queste parole inutili restano a chi le dice. A tutti voi del cammino: non rispondete alle provocazioni . È satana stesso che vi tenta. E al demonio non si risponde. La pace a tutti,

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    3. Un brivido ha percorso la mia schiena..sono strumento di satana?! Mi sono preoccupato, poi però mi sono rincuorato, sono in buona compagnia: quella del Santo Padre. Sì perchè anche Lui, a sentire i nuovi profeti neocat, è di satana; come si permette di dire ai neocat che devono seguire fedelmente i libri liturgici, che devono integrarsi nelle parrocchie e non creare divisioni, ecc? E i bravi neocat, conformi alla loro santità, non rispondono al Santo Padre, reo di stare dalla parte del diavolo perchè critica il CNC, e continuano nei loro assurdi riti.

      Per me il Cammino è più che scandalo e non cammino, ovvio! Vorrei evitare tale scandalo a tanti fratelli nella fede che in questo Cammino però ci sono dentro. Sa, il cammino produce molti frutti, nessuno lo nega, ma non per il bene della Chiesa cattolica, ma per la sua distruzione.


      p.s. se magari vi firmaste, fareste opera gradita e educata. Grazie

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  5. Il Papa e' verissimo che ha invitato a seguire fedelmente i libri liturgici, ma questo concretamente cosa significa?

    Semplicemente vuol dire il non utilizzare la sola preghiera eucaristica II. Nella mia parrocchia lo si fa'.




    ora un copia-incolla lo faccio pure io:

    “Rapporto sulla fede”, Vittorio Messori a colloquio con Joseph Ratzinger. Edizioni San Paolo.)


    “La speranza dei “movimenti”



    Non vede dunque, insisto, altri segni positivi oltre a quelli che vengono dal " negativo” - di questo periodo della storia ecclesiale?


    « Certamente ne vedo. Non mi soffermo qui a parlare dello slancio delle giovani chiese (come quella della Corea del Sud) o della vitalità delle chiese perseguitate, perché ciò non può essere ricondotto immediatamente al Vaticano II; così come non possono essere direttamente attribuiti a esso i fenomeni di crisi. Ciò che apre alla speranza a livello di Chiesa universale ‑ e ciò avviene proprio nel cuore della crisi della Chiesa nel mondo occidentale ‑ è il sorgere di nuovi movimenti, che nessuno ha progettato, ma che sono scaturiti spontaneamente dalla vitalità interiore della fede stessa. Si manifesta in essi ‑ per quanto sommessamente ‑qualcosa come una stagione di pentecoste nella Chiesa ».


    A che pensa in particolare?

    « Mi riferisco al Movimento carismatico, ai Cursillos, al Movimento dei Focolari, alle Comunità neocatecumenali, a Comunione e Liberazione, ecc. Certamente tutti questi movimenti sollevano anche qualche problema; comportano anche, in misura maggiore o minore, dei pericoli. Ma questo accade per ogni realtà vitale. In numero crescente, mi capita ora di incontrare gruppi di giovani, nei quali c'è una cordiale adesione a tutta la fede della Chiesa. Giovani che vogliono vivere pienamente questa fede e che portano in loro un grande slancio missionario. Tutta l'intensa vita di fede presente in questi movimenti non implica una fuga nell'intimismo o un riflusso nel privato, ma semplicemente una piena e integrale cattolicità. La gioia della fede che vi si sperimenta ha in sé qualcosa di contagioso. E qui crescono ora in maniera spontanea nuove vocazioni al sacerdozio ministeriale e alla vita religiosa ».


    Nessuno ignora però che tra i problemi suscitati da questi nuovi movimenti c'è anche il loro inserimento nella pastorale generale. La sua risposta è pronta: « Ciò che stupisce è che tutto questo fervore non è stato elaborato da alcun ufficio di programmazione pastorale, ma è apparso in qualche modo da solo. Questo dato di fatto ha come conseguenza che gli uffici di programmazione ‑ proprio quando vogliono essere molto "progressisti" ‑ non sanno che cosa fare con loro: essi non rientrano nel loro piano. Così, mentre sorgono tensioni nell'inserimento dei movimenti all'interno delle istituzioni attuali, non vi è assolutamente nessuna tensione con la Chiesa gerarchica come tale ».


    Un giudizio il suo, dunque, pieno di simpatia. Il cardinale lo conferma: « Emerge qui una nuova generazione della Chiesa, a cui guardo con grande speranza. Trovo meraviglioso che lo Spirito sia ancora una volta più forte dei nostri programmi e valorizzi ben altro da ciò che noi ci eravamo immaginati. In questo senso il rinnovamento è sommessamente ma efficacemente in cammino. Vecchie forme, che si erano arenate nell’auto-contradizione e nel gusto della negazione, escono di scena e il nuovo sta già facendosi strada. Naturalmente esso non ha ancora piena voce nel grande dibattito delle idee dominanti. Cresce nel silenzio. Il nostro compito- in quanto incaricati di un ministero nella Chiesa e in quanto teologi- è quello di tenergli aperte le porte, di preparargli lo spazio."

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    1. Mi scusi, ma mi sembra quantomeno riduttivo ridurre i libri liturgici alle semplici preghiere eucaristiche (che, tra l'altro, da me si usa solo quella). Suvvia, un pò di onestà. Inginocchiarsi alla consacrazione? Celebrare sull'altare e non su una tavola? Ricevere l'Eucarestia in piedi (e non seduti)? Consumare l'Ostia santa subito e non tenerla in mano? Non passarsi il calice come fosse una coppa di sangria tra amici? Compiere tutte le parti della Messa (e i neocat, almeno prima dell'intervento del Papa non lo facevano, come conferma la lettera del sig. Arguello al Papa e, detto per inciso, già questo atteggiamento molto dice sullo spirito fondante dei neocatecumenali)? L'uso di suppelletili (tipo candelabri ebraici), i canti, i battiti delle mani, le danze intorno all'altare? Tutto questo dove sta scritto? In quale libro liturgico?

      Tra l'altro fa sorridere questo modo di citare il card. Ratzinger. Sembra lo stesso atteggiamento del sig. Arguello, dopo la GMG di Madrid, nella discutibile sceneggiata delle alzate vocazionali, quando per giustificare il Cammino, citava di continuo "il card. Ratzinger ha fatto questo per noi; il card. Ratzinger ha fatto quest'altro per noi, ecc" Ma lo sapete che il card Ratzinger nel 2005 è diventato Benedetto XVI? Perchè non citate mai quello che da Pontefice comanda nei vostri confronti? Sembra di ricordare il card. Silvio Enea Piccolomini che, da cardinale, era un grande sostenitore della tesi conciliarista. Divenuto Papa con il nome di Pio II, fu un tenace sostenitore dell'autorità petrina. A chi gli dimondava questo cambio di posizione, Egli rispondeva che ora parlava come Pio, non più come Silvio.

      Ma, tanto per rimanere nelle citazioni del card. Ratzinger. Non posso fare qui un copia e incolla, sia per ragioni logistiche di spazio, sia per ragioni di violazioni di diritto d'autore, ma, leggendo Introduzione allo spirito della liturgia, quanto il CNC vi si troverebbe d'accordo?

      Che il card. Ratzinger abbia avuto delle simpatie o abbia riposto delle speranze nel CNC va bene, non lo nego, sarà anche così. Ma come Benedetto XVI ha scritto e firmato il Motu Proprio Summorum Pontificum. Se sa di cosa sto parlando si rende molto bene conto quale sia la concezione della liturgia nella mens del Papa e quanto essia sia "conforme" alla mens del sig. Arguello e del CNC.

      La storia dell'approvazione sembra proprio una foglia di fico, con la quale coprire e giustificare tutto.

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  6. Per ordine:


    Sulla prima parte fammi capire, dove hai visto -tu- "passarsi l'un l'altro" la coppa del vino? Alla mensa-altare di design nc, cosa manca? Un piede? Un angolo? Sul tenere in mano il Corpo di Cristo, nelle more che tutti lo ricevono, quale abuso viene commesso? Quale canone viene violato? Si rischia la profanazione? :) per carita!

    Poi il candelabro -evidentemente- NON E' ebraico, basta contare. I canti sono quelli dell'innario NC come consentito dallo statuto, sulle "danze intorno all'altare" (quindi la mensa nc e' un altare allora?) sono sempre fuori della liturgia.

    L'unica questione -vera- e' l'inginocchiarsi, nel cammino in luogo dell'inginocchiarsi, si fa il cd inchino profondo, un pratica non prevista dall'istituzione del messale romano.
    Nel cammino lo si motiva con ragioni pastorali e catechetiche sulle quali non mi dilungo, ovviamente NON come offesa al Sacramento! E su questo a breve credo arrivera' un chiarimento definitivo.

    Sul Cammino, il Papa non ha cambiato opinione caro mio, sotto questo Papa c'e' stata l'istituzionalizzazione del Cammino, sei fuori strada.

    Non mettere in antitesi il M.P.S.P., Benedetto pensa ad una Chiesa inclusiva, basta vedere l'amorevole tentativo di ricondurre i lefebvriani all'ovile, oppure all'opposto nel rivalutare l'opera di mons. Gutierrez, mettendo poi all'ex Sant'Uffizio addirittura un grande amico dell teologo della liberazione come S.E.R. mons. Muller.


    L'approvazione non e' una foglia di fico, e' un fatto ineludibile, che -pretende- rispetto dai cattolici. Poi se saranno richiesta delle modifiche agli usi del Cammino, sara' un dono della Chiesa, senza borbottare e protestare, come fanno altrove, invocando il mysterium iniquitatis ad ogni pie' sospinto.

    ciao.

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