Sono tornato dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid con Benedetto XVI. La veglia e la Santa Messa con il Pontefice sono stati i momenti più toccanti di questo pellegrinaggio. La Consacrazione dei giovani al Sacro Cuore di Gesù è stato l’atto fondamentale di questa GMG e, forse, anche il momento più snobbato dai più. È stato emozionante, oltre che impressionante, vedere tutti quei giovani lì riuniti per il Papa. Inginocchiati (non tutti) davanti a Nostro Signore realmente presente nella Santa Eucarestia e resistenti a ogni sorta d’intemperia. Due milioni di giovani dicono le cifre. Una moltitudine. Probabilmente non prevista dall’organizzazione. Non per questo però si sono creati inconvenienti notevoli come poteva purtroppo accadere visto com’eravamo stipati. Impressionante è vero, la risposta dei giovani. Altrettanto impressionante, dal mio limitato raggio d’azione visivo, l’indifferenza di molti giovani alla Messa della Domenica. Molti dormivano, altri pensavano ad altro, molti sono andati via dopo l’omelia del Santo Padre. Pare che i giovani, se non hanno da applaudire, da farsi sentire e riconoscere, non trovano più senso nelle cose che fanno. Infatti, dopo la veglia e l’omelia del Santo Padre (ad eccezione dei saluti finali) non ci sono stati momenti per applaudire, scatenare i bonghi, o saltellare cantando. Perché si stava celebrando la Santa Messa. Mi è sembrato che essa sia passata in secondo piano. Certo, è difficile pretendere e richiedere la piena devozione di due milioni di persone, così com’è altrettanto difficile assistere, in quel contesto, ad una funzione del genere. Rimane che la cosa più importante, la Messa e la Consacrazione dei giovani al Sacro Cuore di Gesù, siano stati i momenti più ignorati dai giovani. Che si ricorderanno della pioggia, del vento, dei cori e di non so cos’altro. È altrettanto vero che la pioggia, il vento, i cori e tutto il resto passeranno, la consacrazione e la Messa no. Per quanto potremmo essere reticenti, quelli sono atti che rimangono, che segnano nell’intimo. Anche quando non ce ne accorgiamo. Rimane quindi la forte perplessità sull’utilità di manifestazioni del genere. Parlando con amici, purtroppo, ci si rende conto che lascia più effetto lo spettacolo (mi censuro nei commenti in merito, essendo stato per me un trauma) organizzato da Kiko Arguello per mostrare alla Chiesa quanto è forte il Cammino Neocatecumenale. Perché di questo si è trattato. E lì, anche se in numero notevolmente inferiore rispetto agli incontri con il Papa, la percezione era che quello che accadeva rimaneva nella coscienza dei presenti. Ad alcuni dando entusiasmo, ad altri (pochi credo), come me, forti turbamenti. Il Dio di Gesù Cristo non parla alle masse. Non parla a una folla indistinta di persone. Si rivolge a ciascun uomo. Ed è dall’uomo, non dal gruppo o movimenti (per quanto grande esso sia) che vuole un’adesione piena. Certo, la Chiesa è un’assemblea, un insieme di persone, l’ha ricordato anche il Santo Padre, che aiuta e sostiene la fede del singolo. Ma è il singolo che si salva, è per ogni singolo che Gesù Cristo è morto in croce, e il giudizio che ci spetta dopo la morte, prima ancora che universale è particolare, singolo [cfr. Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, 208]. Per questo bisogna cercare di cogliere, sostenere e far fruttificare, quanto ognuno di quei due milioni di persone ha ricevuto in quei giorni. Non limitandosi e fermandosi alla mera apparenza di una sì spettacolare, ma non per questo totalmente veritiera, moltitudine di persone.
Coraggio, amico mio! Su certe cose ti do anche ragione (e personalmente io ho fatto la mia parte facendo alzare energicamente un gruppo di ragazzini che dormicchiavano all'inizio della messa)
RispondiEliminaD'altro canto cosa ti aspetti se magari, nelle parrocchie, vengono trattati come bambocci per non li si ritiene "capaci" di capire.
Noi che siamo più consapevoli allora abbiamo il compito di "educare". Al contrario di te sono convinta che le GMG sono esperienze di consapevolezza di ESSERE CHIESA con a capo Gesù e come Vicario il Papa.
Benedetto XVI ha fatto un atto di coraggio consacrandoci al S.Cuore di Gesù. Tu dici che non c'è stata attenzione? Beh, se la catechesi praticamente non la traduci e metti un tizio a spiegarla ai cuatro Vientos alle 15.30 quando anche volendo il caldo ti ottunde.....
Guardiamo il positivo. La maggior parte dei ragazzi era in ginocchio. Magari imitava il S.Padre (nel peggiore dei casi). Bene così! I bambini imparano IMITANDO i buoni esempi.
Tendenzialmente il mio occhio è portato a vedere gli aspetti critici; ciò non toglie che tutta la GMG in quanto tale sia un evento sbagliato. Sono profondamente convinto che Benedetto XVI, che anche in questo si è ritrovato un'eredità pesante, ha fatto il meglio che poteva fare: non ha messo sè stesso al centro, ma ha messo sè stesso, in quanto Papa, a capo di una moltitudine di giovani e li ha invitati a guardare avanti a sè. E chi c'era? Gesù Cristo.
RispondiEliminaQuesto è il compito del Papa. Egli è Vicario, rimanda a Qualcun altro.
E allora usiamo le sue stesse parole: "Il Signore riesce a trarre il bene da tutto"
RispondiEliminaLascia che ti dica una cosa però (per mia esperienza):se c'è una cosa che i giovani (e sono sicura anche tu) vogliono è ESSERE PRESI SUL SERIO e AVERE QLC CHE GLI DIA FIDUCIA.
Quetso vuol dire da una parte desiderio di ESSERE EDUCATI (e avere buoni modelli), ma dall'altra non avere sempre la sensazione di fare, dire, essere SEMPRE sbagliati o fuori luogo.
La GMG (che è stata una notevole intuizione che è andata via via migliorando) serve ad entrambe le cose...Un abbraccio fraterno.