giovedì 11 agosto 2011

Guarda te se io con degli olandesi, protestanti, devo andarmi a trovare d’accordo. Eppure è proprio questa la sensazione che ho avuto questa mattina leggendo l’articolo di Maurizio Stefanini sul Foglio. Egli riporta la bizzarra ma interessante vicenda in cui si sono trovati due pastori di una delle svariate confessioni protestanti. I vertici dell’associazione che raccoglie queste infinite chiesuole (da quando Lutero ha rotto i legami con Roma, i suoi seguaci non hanno mai smesso di dividersi) hanno aperto un’inchiesta su questi due pastori, rei di predicare nei sermoni domenicali cose palesemente contrarie alla loro dottrina (ma forse proprio al buon senso), ammesso che una dottrina ce l’abbiano (come la fine della vicenda conferma). I passaggi più clamorosi sono: “Cercate di condurre il meglio possibile la vita su questa terra, perché probabilmente sarà l’unica che avrete.”. “Ciò che avviene, avviene sulla terra, tra voi e me, tra gli uomini, che è dove può avvenire. Dio non è un essere che esiste: è una parola per indicare l’esperienza, l’esperienza umana.”. “Non dovete credere che Gesù sia risorto in senso fisico.”. “Io penso che ‘figlio di Dio’ sia una sorta di titolo onorifico. Non penso che egli fosse un Dio o un mezzo Dio. Penso che fosse un uomo, ma un uomo speciale perché era straordinariamente capace di vivere dell’amore, di vivere dello spirito di Dio che egli trovava dentro di sé.”. Lo so, probabilmente alcune di queste affermazioni, identiche o simili, è possibile ascoltarle anche dai pulpiti delle chiese cattoliche laddove in teoria ancora si celebra il rito cattolico. Non chiedete a me perché ciò sia possibile, perché a volte penso che simili accadimenti superino il mistero della transustanziazione e mettono a dura la prova la fede dei credenti. Comunque sia, tornando alla vicenda in esame, i vertici dell’associazione di queste chiese protestanti hanno indagato e interrogato i pastori che insegnano queste cose. Perché? Perché se su Dio pensano certe cose com’è possibile, continuare a essere pastori e a celebrare i propri riti? Domanda legittima. Così com’è legittima la mia speranza di poter arrivare un giorno a veder queste cose tornare ad essere praticate dalla Chiesa cattolica. E allora lì ci sarebbe da divertirsi. Sarebbe anche facile stanare gli eretici. La verità la Chiesa cattolica la conosce. Non perché inventata, né perché la fabbrica da se stessa a uso e consumo dei suoi bisogni, ma perché Dio stesso gliel’ha rivelata. Mi domando, quindi, non dovrebbero finire a processo tutti quei sacerdoti, vescovi e cardinali che, andando tranquillamente e nemmeno troppo velatamente contro il Catechismo della Chiesa cattolica, dichiarano e insegnano la liceità dell’aborto, del divorzio e dell’eutanasia? Non dovrebbero rendere testimonianza della fede che è in loro, davanti ad un tribunale ecclesiastico, quei sacerdoti, vescovi e cardinali che non insegnano (e se lo fanno dicono eresie in merito) sul primato di Pietro, sull’infallibilità del Papa e sull’unicità della Chiesa cattolica poiché è Essa la Chiesa voluta da Dio e fondata da Cristo? Non dovrebbero essere indagati (e rimossi) tutti quei sacerdoti, vescovi e cardinali che celebrano liturgie cattoliche arbitrariamente, compiendo abusi su abusi? E chi predica eresie, chi fa omelie sociali, smielate e, sicuramente, non ortodosse, non meriterebbe (perché sarebbe un bene primario per lui, così potrebbe redimersi) un processo e una condanna? Tutto questo soprattutto per la difesa dei fedeli, che avendo certa gente come pastori, rischia la dannazione eterna, poiché non pratica la religione cattolica. La vicenda dei due pastori protestanti si è conclusa con una nulla di fatto. Infatti, nel rispetto “per l’assoluta libertà delle opinioni, anche le più radicali”, i due pastori possono continuare a svolgere il loro ministero. Se dai protestanti, in questo caso, dovremmo reimparare a giudicare i nostri sacerdoti, da loro non dobbiamo imparare a non esprimere condanne. Io, infatti, credo nella Chiesa apostolica Romana, che ha il potere (e il dovere) di legare e sciogliere. Credo nella Chiesa cattolica perché si fonda sulla verità di Dio, non sulle opinioni degli uomini.

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