Si è
convinti che a muovere gli interessi dei potenti del mondo siano i soldi. O
il potere. Ma è una convinzione apparente, non reale. Ciò che muove gli
interessi dei potenti del mondo, così come delle persone semplici, è il proprio
credo religioso. In tutte le religioni il senso del sacro, l’adesione alla
volontà del divino, porta l’uomo a fare cose eroiche, fuori dalla norma,
contrarie alla convenienza. Il sacrificio è un tratto caratteristico della
storia delle religioni. Sacrificio fisico, ma anche morale e intellettuale. Di
chi sottomette la propria intelligenza, la propria volontà, la propria passione
e i propri istinti: il tutto per obbedire a dei comandi della divinità. Si può
discutere quanto si vuole se ciò sia un bene o meno (personalmente credo sia un
bene se si crede in un Dio vero e non in una divinità falsa), fatto sta che è
così. Anche chi non crede, chi rinuncia di credere, in un Dio trascendente (a
prescindere di chi sia), si sottomette a una o più divinità, che possono essere
– appunto – il denaro e il potere. Ma non sono essi a muovere le sorti del
mondo, essi sono solo gli strumenti, affascinanti ed efficaci, di un potere
altro. Per questo non si risolve la crisi a colpi di finanziare, uscite
dall’Euro, riforme economiche. Il tutto si fonda sulla concezione che si ha
dell’uomo. La religione oggi imperante e nemmeno troppo nascosta, è una
religione antiumana. Se ne può pensare anche bene (c’è chi lo fa), ma la realtà
è questa. Tutte le politiche internazionali vertono in questo senso. Ed è
assurdo pensare di opporsi ad esso proponendo soluzioni politiche e/o
economiche (come ad esempio tenta in maniera patetica, di fare l’Italia). L’obiettivo
di chi ci governa (e non sto parlando di Renzi, Berlusconi, Letta o Napolitano)
è quello di uccidere l’uomo. Ci hanno provato con le due guerre mondiali (non è
una mentalità degli ultimi decenni, negli ultimi decenni ha affilato le armi e
le ostenta in maniera più spudorata) e lo stanno realizzando oggi facendolo
passare per un diritto. Sembra assurdo, ma oggi tutto ciò che uccide l’uomo è
un diritto. L’aborto, l’eutanasia, la contraccezione, le droghe, l’eugenetica, l’omosessualismo,
l’animalismo, il vegetarianismo, eccetera. Tutti questi presunti diritti sono
pratiche antiumane. È il ritorno delle solite teorie gnostiche e
neomalthusiane: l’uomo è un male, un cancro da estirpare, quindi o evitiamo che
nasca (contraccezione e omosessualismo), o lo uccidiamo prima che venga
partorito (aborto e eugenetica) o lo uccidiamo quando è nato (droghe e eutanasia)
o lo uccidiamo fisicamente e non, facendogli capire che egli è un male
(animalismo e vegetarianismo). Niente di nuovo sotto il cielo della storia del
mondo, ogni epoca ha avuto la sua pena da combattere. Il dramma dei nostri
tempi è che chi propaga questi crimini lo fa servendosi del diritto (per cui
formalmente le loro pratiche sono legali, come le dittature) e lo fa con la
connivente complicità di chi ha il diritto e il dovere morale di ergersi contro
di loro, ma per vigliaccheria o, peggio, per condivisione di ideali, tace di
fronte all’avanzare di questa cultura della morte.
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