giovedì 28 febbraio 2013

Noi che il Papa lo abbiamo sempre difeso (proprio perchè è il Papa!), noi che il Papa lo abbiamo sempre amato (personalmente soprattutto per la sua lotta contro la liturgia fai-da-te dei neomodernisti), ora non lo capiamo. Non capiamo le dimissioni (un Papa si può dimettere?), non capiamo l’invenzione del titolo di Papa emerito (perché non ne vediamo l’utilità e temiamo le conseguenze). Non capiamo e soffriamo. Dal prossimo conclave uscirà non un nuovo, ma un altro Papa. Avremo due Papi e questo è innegabile, perché l’uso del titolo di Papa emerito, per quanto strano, dice proprio questo: Joseph Ratzinger è stato consacrato Papa e Papa resta, nonostante abbia rinunciato al suo ruolo. Dalla prossima fumata bianca che Papa uscirà? Legittimo? Sarà un antipapa come Enrico Maria Radaelli spiega nel suo scritto (pubblicato su questo blog)? I cattolici a chi dovranno obbedienza? Al Papa eletto nel 2005 o quello eletto nel 2013? Al Papa eletto nel 2005 che da quel momento è e resta Papa fino alla morte, anche se non governa più la Chiesa, o al Papa eletto nel 2013 che governerà la Chiesa? O a entrambi? Gesù Cristo ha affidato la guida della Chiesa a un solo apostolo: Pietro. Dal prossimo conclave avremo due Pietro. È teologicamente possibile? È metafisicamente possibile? Mi sembra, per quel po’ che ne capisco, no. Dopo la morte di Sua Santità Benedetto XVI (così dobbiamo chiamarlo) il nuovo Papa diventerà teologicamente e metafisicamente legittimo oppure cosa deve accadere perché lo diventi. Nel frattempo, tutti i suoi atti, saranno validi? Poi, concedetemi un’ampia parentesi. Appena eletto Benedetto XVI è stato subito accostato al suo Predecessore, il beato Giovanni Paolo II, per mostrarne l’inadeguatezza, la discontinuità, la profonda differenza, eccetera. Tutto questo per screditarlo. Ora che una differenza clamorosa c’è, nessuno che la nota. Come riporta Francesco Colafemmina sul suo blog fidesetforma, Giovanni Paolo II, nel 1994, disse al chirurgo che lo operò: "Professore, io e lei abbiamo un’unica scelta: lei mi deve curare e io devo guarire, perché non c’è posto per un Papa emerito". Non c’è posto per un Papa emerito. Ora il posto è stato trovato? Qual è? Aldilà della residenza di Castel Gandolfo o del monastero in Vaticano, che posto occuperanno, nella dottrina della Chiesa, Papa Benedetto XVI e il suo (valido? legittimo?) Successore? 

Questo quanto scritto prima di mercoledi mattina. Poi l’ultima udienza generale di Benedetto XVI. E allora i polsi tremano, la paura aumenta, le domande si impongono e la frustrazione avanza. Ti guardi intorno e vedi tutti contenti e felici, tutti entusiasti delle parole del Papa. Che la Chiesa non è la sua, ma di Cristo e altre ottime cose è da otto anni che ce lo dice. Solo che i media si sono occupati solo di pedofilia, aids, preservativo, islam, twitter, eccetera. I cattolici hanno ignorato tutto di Benedetto XVI, specialmente il glorioso magistero liturgico. Chi ne ha preso atto ha vistosamente disubbidito. Tranne pochi che poi sono stati osteggiati e umiliati da chi, invece, avrebbe dovuto tutelarli. Il Papa ieri mattina ha confermato tante legittime paure. Egli dal 19 aprile 2005, fino alla morte, rimane Papa. Quindi nella Chiesa ci saranno due Papi. Punto. “La mia decisione di rinunciare all’esercizio attivo del ministero, non revoca questo. Non ritorno alla vita privata, a una vita di viaggi, incontri, ricevimenti, conferenze eccetera. Non abbandono la croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore Crocifisso. Non porto più la potestà dell’officio per il governo della Chiesa, ma nel servizio della preghiera resto, per così dire, nel recinto di san Pietro.” La rinuncia non revoca lo status (mi si passi il termine) di Papa. Benedetto XVI rimane nel recinto di Pietro, lasciando però il posto che gli spetta, ovvero quello di governare. Il suo Successore sarà nel recinto di san Pietro? Nel recinto di san Pietro non c’è posto per un solo Papa? Come ha fatto notare l’utente Felice sul blog chiesaepostconcilio: “dalle 20 di domani sera ci sarà un Vescovo vestito di bianco, per usare le parole di Lucia di Fatima”. Nella storia si sono verificati casi di più Papi. Ma ciò ha, in primis, generato scismi. È vero che nella Chiesa di oggi gli scismi, seppur non apertamente ostentati, ci sono. Da preti e fedeli che seguono più i fondatori dei loro movimenti che il Papa è risaputo. Cattolici che seguono più la loro coscienza che il Magistero della Chiesa è evidente. Vescovi e cardinali che disattendono gli ordini del Papa è una realtà che si consta con troppa facilità. I casi storici di più papi, poi, generavano, di conseguenza, che uno solo era il Papa vero, gli altri erano antipapi. Inevitabilmente. 

Come ho scritto a un caro sacerdote “Fra qualche settimana avremo due papi. La storia ha già contemplato simili fasi, ma la fede ne esce sempre più turbata e umiliata. Dalla Messa al Papa, negli ultimi decenni, abbiamo visto che tutto ciò che per un cattolico era e dovrebbe essere sacro e eterno, non lo è più”. Che Dio ci perdoni e ci risparmi. 

Sarò obbediente al nuovo Papa sia chiaro. In Lui vedrò il Successore di san Pietro. Così come riconosco legittima e valida la Messa riformata dopo il Concilio Vaticano II. Ma i timori, storici, restano. Le perplessità, di fede, anche.

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