giovedì 24 gennaio 2013

Siccome quando si parla di qualcosa bisogna portar le prove, per evitare erronee generalizzazioni, ecco alcuni (alcuni!) degli esempi dello stato attuale della Chiesa. Ho sfogliato le pagine relative allo scorso anno di alcuni blog cattolici. Ho selezionato solo alcune notizie, quelle (a mio modesto avviso) più evidenti e clamorose. Ci sarebbero da aggiungere tante altre cose quali le disobbedienze al Papa da parte di molti vescovi e preti, le mancate difese di costoro nei confronti del Pontefice e della fede, le innumerevoli devastazioni degli spazi sacri chiamate “adattamenti liturgici”, le mancanze dei media cattolici, la politicizzazione di certi sacerdoti, eccetera, ma mi sono limitato e contenuto (anche per motivi di spazio). Per quanto riguarda la situazione liturgica a febbraio abbiamo scoperto che come metodo di evangelizzazione ad Albiano, nella diocesi di Trento, si celebri la Messa-rock. 


Ovviamente nella logica della Messa come cena tra amici, e non come sacrificio di Cristo, le chitarre, anche elettriche, hanno accesso negli spazi sacri. Ovviamente, nella teologia sballata che non vede più nella liturgia un alto di culto dovuto a Dio, ma alla comunità celebrante, se in chiesa ci sono i giovani si fanno messe-rock, se ci sono gli adulti si fanno messe-pop, se ci sono gli anziani si fanno messe-balere. Una liturgia a uso e consumo modellata sui bisogni non tanto dei fedeli, che di fronte a queste idiozie continuano a non frequentare le chiese, ma dei preti (magari freschi di insegnamento nei seminari) che hanno bisogno di mostrare la loro “creatività” e la loro “intelligenza pastorale”. Sempre in merito ad una liturgia modellata su chi la riceve, contrariamente a quanto insegna la Chiesa da sempre e Papa Benedetto XVI da sette anni a questa parte, ad aprile, durante i funerali per la morte del calciatore Piermario Morosini, durante il rito funebre sono state eseguite canzoni del cantante Luciano Ligabue, tanto amato dal defunto. A scanso di equivoci mi auguro che il giorno del mio funerale i miei cari o il prete che celebrerà il mio funerale, non si decidano a far rimbombare nella chiesa canzoni che cantano “ma vuoi dirmi come questo può finire? Non me lo so spiegare” [T. Ferro – Non me lo spiegare], che magari di fronte allo sgomento delle persone che mi hanno amato potrebbe anche risultare molto coinvolgente. I video che seguono parlano da soli. 




Si potrebbe scrivere molto o scrivere niente, il mio vocabolario fa anche fatica a trovare parole adatte a descrivere questi abomini. Nell’ultimo video, tra l’altro, c’è anche l’eucarestia self-service. Questi sono criminali, condannabili da nessun tribunale civile, ma certamente da quelli ecclesiastici, se non fosse che i tribunali ecclesiastici sono impegnati a indagare su chi sputtana il Papa sui giornali, rubando le sue carte, e sono drogati dalla medicina della misericordia che dimentica come la prima misericordia sia la difesa della verità e la condanna dell’errore. Di fronte alla latitanza di tali condanne vien da pensare che chi di dovere sia favorevole a tali liturgie dove, guarda caso, non mancano mai i balletti e i battiti di mano. Se chi di dovere è favorevole le cose sono due: o sono dei criminali anche loro, eretici, blasfemi e apostati, oppure Cristo ha sbagliato a garantire che le porte degli inferi non sarebbero prevalse. Traete da voi le conclusioni. Quando si dice che non c’è limite al peggio probabilmente si fa riferimento a quanto accaduto a Bojano (CB), dove mons. Bregantini si è mascherato da clown per celebrare la Messa. Se poi qualcuno, cattolico o ateo che sia, pensa che la Messa è una pagliacciata, che i preti sono pupazzi e i cattolici tutti deficienti, di fronte a tali testimonianze si fa una gran fatica a dimostrare il contrario.


Infine, parrocchia di Sant'Apollinare (Diocesi di Fano), esempi di animazione liturgica.


Laddove la Messa va animata, è normale che ci si mascheri da clown, s’inventino segni, balletti, eccetera. I bambini che passano in queste parrocchie cosa penseranno della Chiesa? Che è un circo, dove si gioca, si ride e si scherza. E da grandi nei confronti della Chiesa scherzeranno, irrideranno e si faranno beffe di Essa. Però magari il Papa è d’accordo, approva queste cose, visto che questi preti li ha ordinati lui, o il suo Predecessore, o il Predecessore prima, e così via. Fa strano pensarlo del Papa del Summorum Pontificum (osteggiato con insolita durezza da numerosi vescovi e sacerdoti), ma questi eventi, e le loro giustificazioni, fanno pensare anche questo. Questa è stata una carrellata di crimini liturgici. La situazione ecclesiale, però, rispecchia perfettamente il ridicolo mostrato nella liturgia, la cosa più sacra che la Chiesa ha. Andiamo con ordine. La rivista VitaPastorale del 1 gennaio 2012 disobbedisce al Papa. L’episodio: un fedele di una parrocchia di Cremona scrive alla suddetta rivista lamentando che nella sua parrocchia il parroco ha ripristinato l’uso degli inginocchiatoi per ricevere la Santa Eucarestia. Una risposta semplice, immediata e cattolica, sarebbe dovuta essere “è giusto riceverla in ginocchio, tant’è che così fa anche il Papa”. Invece la risposta è stata "Dispiace leggere relazioni come questa circa comportamenti di presbiteri che dovrebbero tener conto anzitutto dell'assemblea che non è quella presieduta dal Papa in San Pietro a Roma o in qualsiasi altra località geografica!" A Roma si fa in un modo (tanto il Papa non comanda, è solo uno dei tanti), a Cremona in un altro e altrove in un altro ancora. A Roma si riceve in ginocchio, a Cremona e in troppe altre parti in piedi, altrove addirittura da seduti. Forse qualcuno la riceverà sdraiato su un triclinio, magari per tornare al modo di mangiare degli antichi. Ad aprile abbiamo saputo che un vescovo brasiliano, Sua Ecc.za Mons. D. Demétrio Valentini, ha partecipato ad un rito massonico. Le sue dichiarazioni sono state di vicinanza tra Chiesa e Massoneria (Leone XIII starà implorando fulmini al Padreterno) e che nei prossimi anni che sarà ancora vescovo si prodigherà perché la Chiesa si avvicini alla Massoneria. Non che i massoni si convertano al cattolicesimo (e si salvino) ma il contrario (così da dannarsi). Chiedere la conversione sarebbe stato condannato come proselitismo e nella Chiesa postconciliare tutto ciò è intollerabile. È tollerabile invece che un vescovo rinneghi pubblicamente la sua fede e vada in giro in camicia e pantaloni, dimenticando la veste propria (almeno l’abito non è stato infestato dai fumi massonici). I vescovi, andando a braccetto con i massoni, poi partoriscono adeguamenti liturgici coerenti. Ad Arezzo il meraviglioso duomo è stato ammodernato, leggasi distrutto.


Così dopo Reggio Emilia, anche ad Arezzo il culto a Dio sarà celebrato in una cornice agghiacciante. A proposito di luoghi di culto, laddove non si distrugge il patrimonio storico-artistico-liturgico, si procede alla costruzione di nuove chiese. Che di cattolico non hanno nulla, a partire dall’assenza degli inginocchiatoi, proprio mentre il Sommo Pontefice ripete che per adorare bisogna inginocchiarsi.



Tale ostentata disubbidienza al Pontefice è palese nell’atteggiamento mostrato nella visita che il Successore di Pietro ha svolto nella Santa Casa di Loreto.

Prima


Dopo








Prima dell’arrivo del Papa il Tabernacolo sull’altare era stato rimosso. Durante la visita del Papa è stato rimesso. Dopo la partenza del Pontefice è stato nuovamente tolto. Mi astengo dal commentare i traslochi imposti a Nostro Signore. A novembre dei santi uomini hanno ringraziato il Sommo Pontefice Benedetto XVI andando in pellegrinaggio a san Pietro e celebrando nella gloriosa basilica la Messa cattolica, quella di sempre (se non la conoscete è perché avete meno di cinquant’anni), la cosiddetta Messa in latino. Questo pellegrinaggio è stato realizzato proprio per ringraziare il Papa del Motu Proprio Summorum Pontificum con il quale si può liberamente celebrare la Messa in latino senza chiedere il permesso a nessuno. Siccome però questo Motu Proprio, così come buona parte degli atti del Pontefice felicemente regnante, fanno storcere il naso ai modernisti, i progressisti e gli eretici di casa nostra, il settimanale FamigliaCristiana ha, qui come altrove, mostrato la sua "conformità" al pensiero del Papa. L’articoletto in cui si dava notizia di questo evento è stato titolato “I tradizionalisti sbarcano a San Pietro”, come se i fedeli della Tradizione fossero degli immigrati che sbarcano sulle coste della Chiesa cattolica per occuparla e prendervi clandestinamente posto. I fedeli della Tradizione cattolica sono più cattolici di chi li accusa. Così vuole il Papa. Se ne facciano una ragione tutti i vaporosi sostenitori del fumo di Satana entrato nella Chiesa cattolica da qualche tempo a questa parte. A proposito di rapporti tra Massoneria e Chiesa. La verità è che la Massoneria è condannata senza se e senza ma dalla Chiesa cattolica. Non può esserci concordia e comunione e l’appartenenza all’una implica ipso facto l’esclusione dall’altra. Questa verità è rifiutata da molti, tanto che una nota casa editrice che dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) essere cattolica, quindi difendere e annunciare la verità cattolica, pubblica un libro scritto da un massone, che difende le tesi massoniche contro quelle cattoliche. È il caso del libro di Antonio Panaino (massone) e del suo I magi e la loro stella, edito dalle Edizioni san Paolo (dicono cattoliche). Va bene che l’Index librorum prohibitorum è stato abolito, ma forse così è troppo. E non sarà che l’abolizione dell’Index, così come di ogni altro strumento teso alla difesa dei dogmi cattolici, abbia favorito l’avanzata dei nemici della Chiesa? Avanzata che c’era, c’è e sempre ci sarà. Connivenza del clero pure. Ma oggi come oggi sembra essere eccessiva. Urge correre ai ripari. Certo, la Chiesa non è solo questo, c’è molto di buono, di gente che nonostante la derisione del mondo e dei suddetti personaggi, continua ad insegnare la dottrina cattolica e a celebrare degnamente quello in cui crede. Gente che, nonostante le continue vessazioni politiche e sociali (benedette da alcuni porporati), continua a spendersi e consumarsi per il Credo cattolico. Gente che nonostante tutto continua a professare obbedienza al Sommo Pontefice e a dimostrarGli in ogni occasione il suo più sincero affetto e ringraziamento. Ma nella Chiesa, oggi, c’è anche tanto marcio. Bisogna chiudere gli occhi perché c’è (tanto o poco) del buono? Bisogna concentrarsi solo sul buono ignorando il lurido? Devo gloriarmi di questo cancro che divora la Chiesa ed essere entusiasta di un bene che sì c’è, ma che rischia di scomparire di fronte a tanto scempio? Credo di no. Anche per rispetto e tutela del buono, dell’ottimo, c’è bisogno di denuncia dell’orrido. Oltre che in difesa della verità, c’è bisogno di condannare senza riserve ogni minima defezione dottrinale, liturgica ed ecclesiale. Perché senza di queste, il bello, il vero, il meraviglioso, ciò che è squisitamente cattolico, si perde, viene soffocato da questa banalità e mediocrità. È per il bene della Chiesa, per amore della Sposa di Cristo, per obbedienza al Suo Divin Fondatore, che dobbiamo combattere ogni tipo di menzogna, di abuso, di vergogna. Se combattiamo è perché siamo coscienti, consapevoli, desiderosi, bisognosi della bellezza cattolica. Sappiamo che la Chiesa è bella! Essere cattolici è meraviglioso! Mi glorio di esserlo. Ma proprio per questa bellezza, per questa meraviglia e gloria, ogni disgustosa manipolazione risulta insopportabile e deve essere sradicata. Non siamo devastatori della Chiesa, non la riformiamo a nostra immagine e somiglianza. Vorremmo che fosse quella che è, quella che gloriosamente è stata. Non vogliamo altro. Si possa dire di me, dopo la mia morte, che ho combattuto la buona battaglia [2Tm 4,6.8] Che l’ho combattuta. Magari persa. Ma dignitosamente combattuta. 

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