lunedì 12 novembre 2012

«Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello, e non t'accorgi della trave che è nel tuo?» [Lc 6,41] Questa considerazione viene da fare di fronte alla vicenda, montata in queste settimane, intorno al cosiddetto “caso Savile”. Jimmy Savile è una star (disc jockey, conduttore radiofonico e televisivo) del mondo inglese. Era uno degli uomini di punta della BBC dove, tra gli altri, condusse il noto programma Top of the Pops. Su quest’uomo, esaltato in vita per i suoi meriti televisivi e per quelli filantropici, dopo un anno dalla sua morte (ottobre 2011), si sono scatenate le bufere mediatiche visto che su Saville si sta indagando per pedofilia. Lo si accusa di aver “abusato di ragazzine e ragazzini, in alcuni casi addirittura minorati psichici, all’interno degli stessi ospedali che, da filantropo, finanziava, con la benedizione della real casa britannica”. Così riporta Nicoletta Tiliacos, sul Foglio del 3 novembre scorso. Non si vuole celebrare nessun processo port mortem, né infierire in una vicenda triste. Anzi, per quest’uomo, raccomandiamo più della nostra condanna, le nostre preghiere. Questo non giustifica minimamente la gravità e la bestialità degli atti che gli si rimproverano. Come scrive la Tiliacos “va notato che alla Bbc non si erano mai accorti di nulla, in tanti anni di orrori indicibili; strano, vista la spasmodica attenzione alla pedofilia applicata a sedi che non fossero i propri camerini e i propri studi, e a persone che non fossero i propri intrattenitori di punta. Come dimenticare il famoso filmato della Bbc intitolato “Sex Crimes and the Vatican”, 38 minuti e 57 secondi di accuse al Vaticano di aver coperto i preti pedofili, trasmesso nel 2006 e ritrasmesso in Italia da Michele Santoro ad “Anno Zero”?” Santoro non farà mai una puntata di smentita o di rettifica, né i grandi giornali italiani hanno colto l’occasione per fare della sana e corretta informazione. Si lascerà nei confronti della Chiesa cattolica e dei suoi sacerdoti, quella infamante macchia di aver coperto, o addirittura sostenuto, i casi di pedofilia. Casi che ci sono stati, certo, ma che non sono della portata che ci hanno voluto far credere. Così come non sono un’esclusiva della Chiesa cattolica. Anzi, sono più diffusi in altri ambienti religiosi e, soprattutto, nelle famiglie e nel mondo laico. I sapientoni cattolici, dall’alto della loro moderna sagacia (figlia delle tante aperture al mondo), non hanno perso tempo e hanno beceramente fatto dipendere la pedofilia dal celibato, cercato di scardinare (guarda caso) quella pratica che fa parte della Tradizione della Chiesa latina. Tradizione cattolica che, insieme a quella ebraica, è l’unica a rifiutare, condannare, perseguire ed estirpare la pedofilia. “Noi rimproveriamo la pedofilia dei preti: è un cri­mine di singole persone, non del cristianesimo, che anzi, per primo, nelle stesse parole di Cristo («Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli...»), emette contro la pedofilia la prima e più definitiva condanna della storia. Nel rimprove­rarla, dimentichiamo che la pedofilia è considerata un cri­mine solo nel cristianesimo e nell'ebraismo. Non lo è nel­l'induismo, dove bambine di otto anni sono consegnate dalle famiglie povere ai templi perché diventino prostitute sacre, e il tanto decantato Kamasutra altro non è che un ma­nuale per anoressiche contorsioniste, per schiave sotto pe­so, dove la sensualità è nulla. In Cina, bambini normali o appositamente castrati erano venduti come schiavi. Non lo è nell'islam, né verso le bambine - la terza moglie di Mao­metto aveva otto anni e quindi tutt'ora il matrimonio con bambine è ritenuto lecito e ogni anno diminuisce il numero dei paesi dove è illegale -, né verso i bambini, che sono pre­senti nel paradiso islamico: fanciulli bellissimi e vestiti di verde, e con i quali è ritenuto lecito l'atto sessuale, anche per l'impossibilità di accedere al corpo delle donne1. La pe­dofilia era normale tra greci e romani. Si rimprovera all'im­peratore Diocleziano di usare schiavi fanciulli per il suo piacere, non perché qualcuno si preoccupi dei fanciulli, ma perché un vero uomo avrebbe dovuto trastullarsi con le lo­ro madri.” [S. De Mari – La realtà dell’orco] Oggi, in un occidente scristianizzato e che vuole essere tutto, tranne che cattolico, rifiorisce la pedofilia, con i tentativi di legalizzarla. Ma di questi nessuno ne parla, nessuno si straccia le vesti. La visione ideologica dominante vuole che il male risieda solo in Vaticano negli uomini con indosso la talare. Questi, aperti al mondo, hanno dismesso l’abito proprio, e in alcuni casi hanno ceduto, oltre che nell’abito, anche nella depravazione, le mode del momento.

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