mercoledì 29 agosto 2012

Prima notizia: la Corte Europea ha stabilito che in Italia le leggi che regolano la fecondazione assistita (Legge 40) e quella che regola l’aborto (Legge 194) sono incoerenti tra loro. La sentenza è figlia del ricorso presentato da una coppia di italiani affetta da fibrosi cistica. Quali le motivazioni? Questa coppia non può, per via della legge 40, ricorrere alla diagnosi preimpianto sugli embrioni, ma può, per via della legge 194, abortire fino a cinque mesi. La fecondazione assistita in Italia è permessa solo alle coppie sterili o che abbiano contratto un disturbo sessualmente trasmissibile. Da questa cavillosa vicenda (di cui, non dimentichiamolo, sono coinvolti due genitori e dei bambini) si sta tentando di scardinare la legge 40 e permettere le diagnosi preimpianto: cioè permettere la soppressione (uccisione) degli embrioni (esseri umani) qualora essi fossero malati. 
Seconda notizia: “Obiettivo testamento biologico. Palazzo Marino si affaccia a settembre con l'intenzione dichiarata di far passare in giunta a Milano il registro di fine vita. Non ne ha fatto mistero l'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino: «Ogni individuo ha il diritto di esprimere le proprie volontà rispetto al rifiuto dell’”accanimento terapeutico” e del prolungamento forzato della “vita” in condizioni di coma irreversibile o di disagio estremo»” [dal quotidiano online Lettera43 http://bit.ly/UaCpJ2
Terza notizia: i provvedimenti del governo Monti con le nuove tasse sull’alcol, il fumo e il gioco. 

Il panorama, che inquieta, è: vivere è una colpa ed è una cosa disgustosa di cui vergognarsi. 

La mentalità vigente, che non nasce nel 2012, ma viene da lontano, sta sempre più maturando e sempre più si sta rivelando per quello che è. Questa ideologia si è ben radicata e in maniera sempre meno velata sta raccogliendo i frutti di ciò che ha seminato e continua a seminare in coscienze arate nel recente passato. L’idea principale è che la vita per essere degna deve essere sana. La ‘sanità’ viene stabilita in maniera democratica: con la legge del più forte. Ed è il caso, evidente, della prima notizia riportata. La legge europea prevale su quella nazionale; questo mi pare un ottimo motivo per uscire dall’Europa, da questa Europa, più delle secondarie motivazioni economiche. L’ideologia che fonda l’idea per cui la vita per essere degna deve essere sana si chiama eugenetica. Questa, secondo Wikipedia: “fa riferimento allo studio dei metodi volti al perfezionamento della specie umana attraverso selezioni artificiali operate tramite la promozione dei caratteri fisici e mentali ritenuti positivi, o eugenici (eugenetica positiva), e la rimozione di quelli negativi, o disgenici (eugenetica negativa), mediante selezione o modifica delle linee germinali, secondo le tradizionali tecniche invalse nell'allevamento animale e in agricoltura basate sulla genetica mendeliana, e quelle rese attualmente o potenzialmente disponibili dalle biotecnologie moderne.” Sempre grazie a Wikipedia, cercando la parola “eugenetica”, ci viene ricordato che essa faceva parte dei programmi nazisti. Probabilmente non sono bastati i massacri del secolo scorso; o molto più probabilmente i potenti di questo mondo, oggi come allora, condividono questa ideologia e, ciclicamente, tentano di attuarla. La storia sta lì a dimostrarci cosa accade. Vedremo cosa saranno capaci di fare. Intanto, per quel che riguarda la sentenza della Corte Europea c’è da fare una considerazione. Questa sentenza verrà ora strumentalizzata (i nostrani Radicali sono già pronti) per scardinare quel minimo di tutela che la legge 40 garantisce. Paradossalmente mi trovo d’accordo con la Corte Europea ma, ovviamente, in disaccordo con i Radicali e i loro beniamini. Che tra legge 40 e legge 194 ci sia incoerenza sarà anche vero, ma non saniamo l’incoerenza eliminando la legge 40; rendiamole coerenti impedendo l’aborto. Questo sarebbe un grande gesto di sanità e di civiltà. Per quanto riguarda, seconda notizia, il tentativo di imporre il testamento biologico, bisogna prepararsi a disinnescare le minacce nascoste nelle affermazioni di determinati personaggi. Così come fu per i referendum sull’aborto e sul divorzio, la propaganda prende una menzogna e la circonda di verità, nel tentativo di nascondere la menzogna. Così quando ascoltiamo o leggiamo affermazioni del tipo: «Ogni individuo ha il diritto di esprimere le proprie volontà rispetto al rifiuto dell’”accanimento terapeutico” e del prolungamento forzato della “vita” in condizioni di coma irreversibile o di disagio estremo» siamo quasi tutti d’accordo, anche come cattolici! Il problema è cosa si intenda per accanimento terapeutico. Il Catechismo della Chiesa cattolica, punto 2278, recita: “L'interruzione di procedure mediche onerose, pericolose, straordinarie o sproporzionate rispetto ai risultati attesi può essere legittima. In tal caso si ha la rinuncia all'“accanimento terapeutico”. Non si vuole così procurare la morte: si accetta di non poterla impedire.” Ciò che invece si tenta di permettere e di insinuare con il testamento biologico, è che di fronte ad un male grave, che a noi non piace (quale può essere lo stato vegetativo), è preferibile la morte, perché quella non è vita. Non è una vita degna di essere vissuta. E si ritorna sempre lì. Si ritorna alla presunzione di stabilire quali siano i criteri di dignità della vita. Oggi come oggi questi criteri sono: un corpo perfetto, magor, privo di malattie con tutti gli arti funzionanti; un’attività sessuale non solo regolare, ma che vada oltre ogni limite; ogni desiderio, anche contro i limiti naturali, deve essere realizzato con l’ausilio della tecnica (non della scienza). Qualora uno o più di questi e altri criteri non si realizzano pensiamo che sia lecito uccidere i bambini (aborto) e uccidere gli imperfetti, i diversi, quelli sbagliati (i malati). Magari domani questi criteri cambieranno (se è una maggioranza a deciderli tutto è possibile) e il livello di dignità si alzerà così tanto da considerare indegno (e quindi eliminabile) chi non ha dieci decimi di vista, chi ha un bypass al cuore, chi fa uso di un bastone o della sedia a rotelle, chi è sordo da un orecchio, chi zoppica, chi ha gli occhi storti, chi ha pochi capelli, chi ha il naso imperfetto, chi ha poco seno, chi ha un pene piccolo, chi ha le orecchie a sventola, ecc. 

Di fronte a questo squallido panorama mi tornano alla mente le parole di una canzone. Sono parole semplici, ma nella sua semplicità, immediate: 

“È bello vivere anche se si sta male, 
volevo dirtelo perché ce l'ho nel cuore, 
son sicurissimo...amore!” 
[Jovanotti – Il più grande spettacolo dopo il Bing Bang]

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