domenica 11 marzo 2012

“[Gesù] fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!»” [Gv 2, 15-16] Quanto sono attuali le parole del Vangelo della III Domenica di Quaresima di quest’anno! Quanto c’è di mondano nelle nostre chiese e nelle nostre liturgie, che andrebbe tenuto fuori, che impropriamente occupa lo spazio sacro e lo soffoca. Dagli edifici stessi, quante chiese orrende occupano e offendono la sensibilità dei fedeli? Quante chiese che assomigliano a tutto tranne che a un luogo di culto cattolico, per celebrare la Messa cattolica? Quanti arredi sacri inesistenti o scadenti, inguardabili, orrendi, che aiutano la disperazione e agevolano lo sconcerto e certamente non favoriscono la preghiera e la santificazione? Quanti quadri brutti (laddove ci sono)? Per non parlare poi della mondanità che occupa i nostri riti. Di tutti quei mezzi e pratiche del mondo, traslati nella sacra liturgia? Quanti battiti delle mani, bandiere della pace, omelie populiste, demagogiche o politiche? Quante suppellettili sacre sciatte, buone per tutto, ma non per il Santo Sacrificio dell’Altare? Quante schitarrate, canzoni sanremesi e banali, inchini o indifferenza di fronte al Tabernacolo? Quanti occultamenti e tradimenti della Dottrina, in nome di un falso ecumenismo o di un malvagio colloquio con il mondo? Quanti? Troppi! Quante belle e sane frustate ci vorrebbero!

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