“Dai loro frutti li riconoscerete” [Mt 7,16] La Chiesa cattolica, da qualche decennio a questa parte, ha deciso di dialogare con il mondo, di aprirsi a esso e di smetterla con i rimproveri, le condanne e le punizioni; si parla, con la presunzione e la miopia che con le semplici chiacchiere il mondo si converta. Ed è proprio di questa conversione, di quali e quanti effetti il mondo ha ricevuto da tale cambio pastorale della Chiesa cattolica che vorrei riflettere, ma più semplicemente domandare. Da quando la Chiesa ha aperto le porte al mondo, questi ha invaso lo spazio (non necessariamente fisico) sacro. E l’ha fatto in maniera, com’era prevedibile, per niente delicata e dialogata. Sta di fatto che il mondo è entrato nella Chiesa, spesso e volentieri con la Sua complicità e precisa volontà. Il mondo è entrato in maniera evidente nella liturgia: canti mondani (e banali), strumenti inadatti, lingue mondane, azioni liturgiche mondane). Altrettanto chiaramente il mondo è entrato nell’architettura sacra, con le chiese garage, palazzetti dello sport, teatri, opere futuristiche, avveniristiche, poliedriche, polifunzionali, ma non cattoliche e non funzionali a celebrare il Sacrificio dell’Altare (la Messa). Il mondo ha poi cambiato l’abbigliamento dei preti: dalla veste talare, al clergyman, fino agli abiti civili. La Chiesa ha poi mondanizzato la sua predicazione. I preti non parlano dell’inferno per non turbare nessuno e poi perché Dio è buono; la Messa è un falò in spiaggia intorno al fuoco, con chitarre, canzoncine, battiti di mani, balli e tutto il resto; di sacrificio, nemmeno l’ombra. Non si parla della dottrina, dell’autorità del Papa, della Chiesa militante, purgante e trionfante. Si tace sulle indulgenze, sugli errori delle altre religioni, sul peccato originale, sulle punizioni divine. Si eccelle, invece, in parole positive sulla politica, sull’ambientalismo, il pacifismo, l’animalismo, ecc. Di questo passo, è evidente, la Chiesa non è più “altra” rispetto al mondo, ma ne fa perfettamente parte. La mia domanda allora è: quanto questo far parte del mondo ha aiutato il mondo stesso a comprendere il messaggio del Vangelo e a renderlo vivo nella storia? Quanto, piuttosto, non è stato il Vangelo a essere tradito per farlo combaciare con la volontà del mondo (e chi sia il Principe di questo mondo è chiaro)? Quanti e quali frutti hanno portato questa prassi bislacca? Questi frutti fanno parte dell’albero sano innestato da Cristo o no? È una domanda che andrebbe posta e alla quale va trovata una risposta. Se fosse positiva, dovrò rivedere molte delle mie convinzioni e andrebbe riscritta quasi tutta la storia della Chiesa (e forse di Essa non si potrà più pensare come si è sempre pensata). Se la risposta fosse negativa, invece, qualcuno dovrà prenderne atto e intervenire drasticamente.
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