lunedì 13 febbraio 2012

«Non mi piace questa Chiesa fatta di peccatori». Quest’affermazione, che spesso ci è affiorata alle labbra davanti all’ennesimo scandalo dato da qualcuno che si definisce cristiano, peggio ancora se prete o suora, o che altrettanto spesso abbiamo sentito in bocca di coloro che accusano e denigrano la santa Chiesa Cattolica. Quell’affermazione fa parte di un episodio raccontato da Giovanni Paolo I, durante l’udienza generale del 13 settembre 1978. Racconta il Papa: “Un certo predicatore Mac Nabb, inglese, parlando ad Hyde Park, aveva parlato della Chiesa. Finito, uno domanda la parola e dice: belle parole le sue. Però io conosco qualche prete cattolico, che non è stato coi poveri e si è fatto ricco. Conosco anche dei coniugi cattolici che hanno tradito la loro moglie; non mi piace questa Chiesa fatta di peccatori. Il Padre ha detto: ha un po' ragione, ma posso fare un'obiezione? - Sentiamo - Dice: scusa, ma sbaglio oppure il colletto della tua camicia è un po' unto? - Dice: sì, lo riconosco. - Ma è unto, perché non hai adoperato il sapone, o perché hai adoperato il sapone e non è giovato a niente? No, dice, non ho adoperato il sapone. Ecco. Anche la Chiesa cattolica ha del sapone straordinario: vangelo, sacramenti, preghiera. Il vangelo letto e vissuto; i sacramenti celebrati nella dovuta maniera; la preghiera ben usata sarebbero un sapone meraviglioso capace di farci tutti santi. Non siamo tutti santi, perché non abbiamo adoperato abbastanza questo sapone.” Queste parole ben si adattano alle tristissime vicende che sconvolgono la Chiesa da qualche tempo. Troppe le pubbliche mancanze dei sacri ministri di Dio. Che avrebbero a disposizione i mezzi, come ricorda il Papa, ma che non hanno ciò che glieli farebbe usare: la fede. Senza di essa la preghiera, i sacramenti e il Vangelo sono tutte chiacchiere, gesti e riti vuoti e senza senso. C’è bisogno della fede. Ma che cos’è la fede? Ancora Papa Luciani nell’udienza generale citata racconta una poesia di Trilussa:

«Quella vecchietta ceca, che incontrai / 
la sera che mi spersi in mezzo ar bosco, / 
me disse: - se la strada nun la sai / te ciaccompagno io, che la conosco. / 
Se ciai la forza de venimme appresso / 
de tanto in tanto te darò na voce, / fino là in fonno, dove c'è un cipresso, / 
fino là in cima, dove c'è una croce. / 
Io risposi: Sarà... ma trovo strano / 
che me possa guidà chi nun ce vede... / 
La ceca, allora, me pijò la mano / 
e sospirò: - Cammina -. Era la fede ».

«Come poesia, graziosa; come teologia, difettosa.» Questo il commento del Papa ai versi di Trilussa. «Ecco che cosa è la fede» continua il Pontefice, «arrendersi a Dio, ma trasformando la propria vita. Cosa non sempre facile.» Ecco quello che serve alla Chiesa cattolica: che ci si converta a Dio. Che si guardi a Lui e si agisca di conseguenza. La Chiesa, seppur abbia un governo, non è un insieme di partiti, di voti, maggioranze e opposizioni. Non si risolvono i problemi della Chiesa solo e soltanto con una riorganizzazione (seppur a volte importante) della curia, con riunioni a porte chiuse, ecc. Bisogna ritrovare le basi, ricostruire le fondamenta. Purtroppo, sembra assurdo dirlo, queste sono spesso erose, fragili, inconsistenti. Tanto che l’edificio crolla. Portandosi dietro distruzione, macerie, morti, feriti e tanto spavento. Per anni s’è predicato, insegnato e celebrato male su queste fondamenta. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Che s’intervenga alla base, prima di procedere ad eventuali ristrutturazioni accessorie dell’edificio Chiesa.

Nessun commento:

Posta un commento