mercoledì 15 febbraio 2012


Il sito web del quotidiano Libero riporta la seguente notizia: 

Dopo Monti i giudici. A Roma non ci saranno le Olimpiadi e neanche i divieti per manifestare. Questa mattina, infatti, il Tar del Lazio ha annullato l’ordinanza del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che limitava al sabato, e su percorsi prestabiliti, lo svolgimento dei cortei nel centro storico della capitale. A renderlo noto sono i consiglieri regionali della Federazione della Sinistra (che aveva proposto il ricorso), Ivano Peduzzi e Fabio Nobile, e il portavoce romano della Fds, Fabio Alberti. I quali definiscono la "sentenza molto importante" perchè, pur non essendo più in vigore quell'ordinanza - scaduta il 31 dicembre - "stabilisce l’impossibilità per Alemanno e la sua giunta di porre in essere in futuro atti di analogo contenuto".

Alla fine della storia, se di fine si tratta, mi viene da sorridere amaramente. A Roma possono manifestare tutti, comunisti, anarchici, sindacalisti, partiti, lavoratori, indignate, camionisti, e chi più ne ha più ne metta, tranne una categoria di persone, che tra l’altro neanche avevano intenzione di manifestare. Chi sono? I cattolici. Il 22 ottobre dello scorso anno ricorreva la prima memoria liturgica del Beato Giovanni Paolo II. Il Vescovo di Roma. Il Papa. Mica l’autore di questo blog (che difficilmente, tra le altre cose, salirà agli onori degli altari)! Il Vicariato di Roma aveva organizzato un pellegrinaggio (che non è una manifestazione) da piazza san Pietro a piazza san Giovanni in Laterano. Pellegrinaggio annullato per motivi di ordine pubblico. La settimana prima, infatti, c’era stata una violenta manifestazione di cosiddetti indignati, che mise a ferro e fuoco Roma. La città eterna fu invasa, assediata e bombardata. Feriti e distruzione. Polemiche a non finire. Che fossero la maggioranza o la minoranza degli indignati, francamente, non me ne frega niente. Fatto sta che il sindaco di Roma, l’on. Gianni Alemanno, con una scelta quantomeno discutibile, si prodigò da subito a firmare un provvedimento che vietava tutte le manifestazioni sul suo capitolino. Provvedimento che fu abilmente smentito qualche settimana dopo da un gruppo di lavoratori. Provvedimento che fu beatamente trascurato in questo anno con altre manifestazioni, più o meno violente. Oggi arriva questa notizia. Alla fine della storia, quindi, tutto hanno potuto manifestare, tranne i cattolici. Cattolici che, per chi non lo sapesse, ogni due anni (normalmente) si ritrovano in due milioni in qualche località del mondo e trascorrono alcuni giorni lì in pellegrinaggio e preghiera. Nella storia di queste ventisei manifestazioni, che prendono il nome di Giornate Mondiali della Gioventù, questi milioni di giovani cattolici (giovani, non pensionati!) non hanno mai fatto danni. Quale fosse il pericolo per la città eterna non lo sappiamo. Sappiamo però che da quell’ottobre 2011, l’onorevole Gianni Alemanno, sindaco di Roma, ha subito una serie di eventi che ne hanno compromesso (credo fatalmente) ogni prossima candidatura ed eventuale rielezione. Così come Roma ha subito degli eventi non molto felici (tanto per usare un eufemismo). Non voglio scomodare il Padreeterno per queste storie, né aprire polemiche sulle punizioni divine (che ci sono ed è la Chiesa a insegnarlo, non io). Ma fa profondamente sorridere questa concordanza di eventi. Vedremo il prossimo 22 ottobre cosa accadrà. Speriamo che il Vicariato promuova nuovamente quel pellegrinaggio. La fede in questi tempi bui è l’unica speranza per l’uomo e l’unica ancora di salvezza per la società. Non come un palliativo, ma come un beneficio. Morale e sociale.

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