martedì 3 gennaio 2012

Inizia un nuovo anno, il 2012, che per i cattolici significherà, a ottobre, l’inizio dell’Anno della fede. Ed è questa, più che di tante altre cose, ciò di cui abbiamo bisogno. Una fede vera, semplice, limpida, solida. Una fede, insomma, cattolica. Spero che quest’Anno della fede sia organizzato e svolto in maniera sana e santa. Che non si perda dietro cose accessorie o secondarie, importanti quanto si vuole, ma certamente che vengono dopo. Prima la fede. Poi tutto il resto. “Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato” [Benedetto XVI – Porta Fidei] Questo scrive Papa Benedetto XVI nel Motu Proprio d’indizione di questo Anno santo. Questo credo sia l’aspetto centrale della questione: rimettere Dio al centro, la fede in Lui. Tutto il resto viene, e in abbondanza, solo se c’è la fede. La fede in Gesù Cristo. Ed è di Lui, di quello che di Lui dice e insegna la Chiesa, che vorrei che i nostri sacerdoti e vescovi ci parlassero. Non di cultura, di scelte politiche, di emergenze sociali. Di questi argomenti ci hanno riempito le orecchie e svuotato i cuori! La Chiesa è altro, ci parli di Dio. Di chi è, di come ci salva. Come possiamo e dobbiamo lodarlo e adorarlo. Ci ripeta che Dio va lodato e adorato. C’insegnino la Chiesa, i preti e i vescovi tutti, come ricevere le grazie che Dio effonde, come santificarci, come prepararci a morire e così, magari, anche come saper vivere. La cultura, la politica, le scelte sociali richiedono una fede. Si parla di cultura, politica e società dando per scontata una fede che però, miseramente, non c’è. Perciò ognuno mette la sua. È il relativismo che imperversa e l’eresia che infetta. Non è la cultura che salva. Non è la politica che salva. Non è l’umanitarismo che salva. Dio salva. Di Dio ci può dire qualcosa la fede. La fede che la può spiegare la Chiesa. Che questo sia un anno santo, di grazia, di comprensione della vera fede. Non di quella sentimentalistica che oggi ci dicono e che va bene per tutti, perché scalda il cuore (la grappa, dà risultati migliori). Sicuramente ci saranno coloro che saboteranno questo anno santo. Con l’indifferenza o contrastandolo dall’interno, rendendo la fede, un surrogato sentimentalista che non salva nessuno. Fuggiamo da costoro. Speriamo e preghiamo, che torni la primavera, l’estate, il sole, nella Chiesa. Che l’inverno seguito al Vaticano II, come detto da Paolo VI, finisca e cessi di mietere vittime. E la luce, il calore e la verità della fede cattolica, risplenda luminosa sul mondo.

Nessun commento:

Posta un commento