mercoledì 9 novembre 2011


A volte ti prendono strane sensazioni. Non ti senti a tuo agio, fai cose che non ti soddisfano e che reputi sbagliate. Capita spesso. Almeno a me troppo spesso. Altrettanto spesso mi sorgono domande, così come troppo spesso non trovo le risposte. E continuo a logorarmi se sono sbagliate le mie sensazioni o se è la mia mente incapace di trovare risposte. Ci sono situazioni in cui però vedi un po’ di luce. Ciò di cui parlo oggi è una di quelle. Ho, da alcuni anni a questa parte, l’onere di fare il catechista ad alcuni ragazzi che si preparano a ricevere il Sacramento della Confermazione (la Cresima). In questi anni, tra gli altri problemi, mi sono imbattuto nell’annosa questione del libro di catechismo. Nelle biblioteche cosiddette cattoliche (che per denaro poi, vendono anche ciò che cattolico non è) si trova un variegato catalogo di questi sussidi. Con alcune differenze, ma con molte cose in comune. Queste cose in comune fanno parte di quelle mie strane sensazioni cui facevo riferimento prima. Detto subito, fuori dai denti, mi sono sempre sembrate una maniera alquanto discutibile (per non dire altro) di presentare la fede. Ovviamente, posso sbagliarmi, ma la sensazione che provavo era quella di disagio, fastidio e frustrazione, nell’usare certi sussidi. Tanto che a volte avrei preferito non usarli per niente. Così la mia mente ha incominciato a riflettere, a viaggiare (troppo a detta di chi mi circonda), senza trovare, come spesso capita, lidi e approdi sicuri. Fino a quando non mi sono posto la domanda: “ma si è sempre fatto così?”. Credevo di no. Fino a quando ho trovato la conferma. Ho acquistato una serie di cartoline del 1939 (non dieci secoli fa!) contenute in una collana intitolata “Il Catechismo illustrato”, edite dalla Casa del Catechismo di Viterbo. In queste cartoline si trovano raffigurate alcune scene atte a spiegare il Catechismo della Chiesa cattolica. Con queste cartoline ho potuto compiere un semplice e immediato confronto con i libri di catechismo in mio possesso oggi, nel 2011. Confronto che riporto nella slideshow sottostante:


Come si può notare fin dal primo sguardo c’è una sostanziale differenza di stile e, ancor più grave, di contenuto. Ovviamente, a scanso di equivoci, ho confrontato immagini simili, che si riferiscono allo stesso tema. Purtroppo non ho tutta la serie delle 240 cartoline, ma solo alcune. La prima cosa che risulta evidente è che le immagini nuove sono brutte. Niente da aggiungere. La seconda cosa grave è che queste nuove immagini, soprattutto se confrontate con quelle più antiche, hanno il grave difetto di rappresentare la fede come una favola. L’uso dello stile fumettistico anche nelle immagini sacre rende questo effetto. Le immagini antiche erano catechetiche di per sé (cosa che le attuali non sono) e potevano benissimo essere usate come santini e immagini devozionali. Già la sola immagine era veicolo di un messaggio, di un significato. Le attuali mostrano Gesù, la Madonna, i santi, come degli ebeti. L’altra cosa che un occhio attento nota è l’inesattezza. Le nuove immagini, coadiuvate dallo stile fumettistico, mostrano una superficialità nella rappresentazione. Infatti, ci sono alcuni dettagli che non corrispondo alla realtà. L’abbigliamento liturgico, i colori liturgici (il blu della stola del confessore ad esempio), l’Ostia che sembra tutto tranne che la Santa Particola, Maria che sembra una concorrente del GF, ecc. Tutto questo è presente nei libri di catechismo che hanno una lacuna gravissima, ancor più grave di quelle finora esposte. E riguarda i contenuti. Negli attuali catechismi si parla dell’inferno? Di morte? Di colpa? Non sembra. Almeno non nei modi sani e santi. Al massimo in tono buonista e, quindi, irreale, sbagliato e dannoso. Mi si dirà “ma sono dei bambini”, come se l’essere bambini significhi essere degli idioti che non capiscono. Anzi capiscono e anche meglio di tanti adulti. Tanto che poi quando diventano grandi prendono la fede per quello che gli è stato insegnato: un gioco, un accessorio o un supermercato dal quale prendere solo alcune cose. Crescendo poi saranno chiamati a trasmettere quello che hanno ricevuto. E che cosa hanno ricevuto? Che i sacerdoti possono mascherarsi da tutto tranne che da ministri di Dio; che Maria è “una di noi”; che Gesù era tanto buono che ama e perdona tutti tanto che forse il Giudizio non è più necessario; che i peccati siccome li fanno tutti non sono poi così gravi; che non c’è nessuna colpa e conseguenza al peccato; che la Chiesa è il posto dove tutti si vogliono bene (della gerarchia e del Papa manco a parlarne); che l’essere cristiani è volersi bene tutti e amarsi (e che significa non si sa), dei precetti e del Magistero non è conveniente parlarne; che la Messa è una cena tra amici, tanto che se usi la parola ‘sacrificio’ ti guardano come un criminale che merita l’ergastolo più di tanti mafiosi messi insieme; che alla Messa, essendo una festa, si possono suonare chitarra, cembali, tamburelli, nacchere, si possono battere le mani, ballare, ma guai a inginocchiarsi e ad adorare Gesù Cristo. Devo continuare? Su questi testi i giovani vengono formati alla fede. In Dio certamente. Se sia quello cattolico di Gesù Cristo ogni tanto i dubbi mi vengono e mi rimangono. Per chi volesse rifarsi gli occhi e rinfrancarsi l’anima, può andare al seguente indirizzo http://www.viterboincartolina.it/catechismo/viterbo_home_cecrp.htm#104, dove potrà trovare le restanti immagini del Catechismo illustrato.

5 commenti:

  1. Ottima analisi. Lo stesso identico problema si riscontra nella banalizzazione della Sacra Liturgia. Non solo per quanto riguarda la disposizione degli edifici sacri, ridotti a parodia di se stessi a causa degli insopportabili "adeguamenti liturgici", ma soprattutto per quanto concerne l'ars celebrandi. Stiamo vivendo un periodo di forte crisi interna alla Chiesa. Non a caso l'amatissimo nostro Santo Padre Benedetto XVI ha indetto un Anno della Fede. L'ignoranza sulla Dottrina cattolica nel clero e nei fedeli è diffusissima. Ma per ritornare alla Sua analisi circa il valore catechetico dell'immagine, sintetizzerei citando il titolo del bellissimo libro di Martin Mosebach: questa è ERESIA DELL'INFORME! Strano che solo in pochi (specialmente tra i Vescovi) capiscano la gravità di questa tendenza neo-iconoclasta (vedi il gravissimo caso della cattedrale di Reggio Emilia qui: http://blog.messainlatino.it/2011/11/chi-ha-assasinato-la-cattedrale-di.html#comments e qui: http://blog.messainlatino.it/2011/11/altari-distrutti.html). Ancor più strano se si pensa che poi tutti ci riempiamo la bocca di frasi di denuncia del tipo: "viviamo nella società dell'immagine"!
    Speriamo che chi di dovere intervenga.

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  2. Anche io provo "strane sensazioni" quando leggo i commenti di certi sacerdoti:

    "ASSASSINIO DELLA CATTEDRALE: é il nome del pamphlet che turba i sonni della curia" così titolano i giornali di Reggio Emilia sul caso "dell'adeguamento liturgico" del duomo cittadino!

    Ecco il link: http://www.ilgiornaledireggio.it/showPage.php?template=newsreggio&id=8186&masterPage=articoloreggio.htm

    Qui la lettera completa di questo sacerdote certo don Emilio Landini:
    http://www.reggionelweb.it/Default.aspx?Page=DET&ID=173046

    Aggiungo un mio breve commento.
    La recensione del libro e le argomentazioni esposte dal reverendo sono assolutamente risibili, mancano di ogni fondamento, non sono conformi all'esempio del Pontefice e al Magistero della Chiesa e, non da ultimo, risultano prive di buon senso poichè farcite di luoghi comuni e contraddizioni.
    Buona lettura e auguri ai fedeli reggiani, pregheremo per voi.

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  3. Che dire? Aspettiamo davvero il 20 novembre, mancano pochi giorni, e poi potremo esprimere commenti più specifici sull'operazione eseguita.

    Non entro nei meriti delle vicende personali di don Landini e del dott. Maccarini, ma comprendo perfettamente, da esterno, lo sbigottimento di chi ha seguito la vicenda del "restauro" del Duomo di Reggio.

    Purtroppo su alcune cose don Landini ha ragione. In San Pietro, ma anche in San Giovanni in Laterano (Cattedrale del Vescovo di Roma, il Papa), non ci sono i banchi bensì le sedie. Così, come troppo spesso accade nella Chiesa, si procede secondo il dettame "siccome lo fanno tutti..." e tutti sbagliano. Perchè sarà anche vero (aspetto di vedere) che la croce gloriosa di Nagasaki non verrà installata nel Duomo, ma anche il semplice fatto che ci si è dovuto pensare sopra e che si reputa opinabile il fatto che quell'"opera d'arte" possa o non possa trovare cittadinanza in una chiesa cattolica, lascia davvero sgomenti.

    Le accuse di cattoprotestantesimo rimangono tutt'ora valide. Perchè è quantomeno singolare disquisire di arredi sacri come se niente fosse trascurando la vera dottrina e la volontà del Papa. Oltretutto don Landini ricorda perfettamente che la Chiesa non è democratica e la responsabilità è del Vescovo, ma al buon don Landini andrebbe ricordato che il Vescovo non è il capo di tutto, ma sottosta quantomeno al Vescovo di Roma, il Papa. Papa che si è sempre espresso in un determinato modo per quel che concerne la liturgia. Eppure qui si fanno orecchie da mercante.


    Vediamo e preghiamo. Sperando che la preghiera sarà ancora possibile nel Duomo.

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  4. Circa le basiliche romane è però necessario sottolineare che altre motivazioni portano alla scelta di non collocare i banchi e non certo l'ideologia protestante di non doversi inginocchiare o quella ancor più subdola di disincentivare tale pratica! A Reggio i banchi, lo dice don Landini, da due secoli erano presenti, ora non più! Va inoltre notato che nelle grandi chiese dell'Urbe, i banchi sono comunque presenti nelle cappelle e negli altari dove quotidianamente o più volte al giorno, viene celebrato il Sacrificio Eucaristico (cito alcuni esempi: altare della Cattedra, di San Giuseppe in San Pietro, nelle cappelle del Santissimo Sacramento, della Salus Populi Romani, nelle grotte vaticane ecc.) Durante le Messe papali per Cardinali, Vescovi e autorità oltre alle sedie vengono collocati anche degli inginocchiatoi. Rimane indubbio il fatto che avere banchi per tutti è la miglior soluzione possibile. Per questo è grave averli tolti dalla cattedrale. Ricordo che per il Giubileo del 2000 il Cardinale Biffi, allora Arcivescovo di Bologna, ne fece costruire di nuovi per tutta l'assemblea. A Reggio nel 2011 tolgono quelli che già c'erano!
    Concordo pienamente con l'analisi generale riassumibile nella frase: "Le accuse di cattoprotestantesimo rimangono tutt'ora valide"!

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  5. Continuo a rimanere perplesso. Non conosco le reali motivazioni che hanno portato a togliere i banchi o a relegarli nelle cappelle laterali, ma quale motivazione può giustificare tale atto?

    Motivazioni logistiche? Funzionali? Ma la chiesa è il luogo dove si prega, si adora. La preghiera e l'adorazione si incentivano e si realizzano meglio con gli inginocchiatoi; sicuramente non con le sedie.

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