Questo video mi tornava alla mente nei giorni scorsi quando è scoppiato lo scandalo delle foto pubblicitarie edite da quell’azienda di moda che ha voluto ritrarre il Santo Padre mentre bacia un Imam. Il disgusto è stato grande e i provvedimenti presi e intimati dalla Santa Sede sono più che doverosi (almeno una volta la Curia romana interviene per difendere il Sommo Pontefice). Mi venivano però alla mente due riflessioni. La prima di esse, lievemente ironica, è sulla scelta dei personaggi da ritrarre in quella pubblicità: il Papa, appunto, e l’Imam. Sul Papa, si sa, si può (a volte, pare, si deve) dire di tutto. Si può offendere, insultare, irridere, screditare, impedire di parlare, accusare di ogni crimine, eccetera. I fedeli difficilmente lo difendono. I suoi collaboratori, troppo spesso tacciano. Non si sa se per scelta o, temo, per condivisione delle offese e vigliaccheria. Ma di un Imam certe cose non si possono dire. L’Islam, per chi non lo sapesse, condanna l’omosessualità come il cristianesimo. Con una differenza però: che condanna anche l’omosessuale. La Chiesa invece, condanna l’atto, ma è misericordiosa con il peccatore. Le reazioni provocate da delle vignette satiriche su Allah in Danimarca le conosciamo tutti. Non vorremmo che, con la leggerezza con cui si può insultare il Papa, ci si sia presi la libertà di offendere anche un Imam. Trascurando che le conseguenze potrebbero essere più drammatiche di un intervento istituzionale. La seconda riflessione, invece, si rivolge principalmente ai cattolici. Le parole del Marchese Onofrio del Grillo, magistralmente interpretato dal buon Alberto Sordi, dovrebbero ricordarci un po’ di quella leggerezza e distacco dalle cose mondane. Dovrebbero altrettanto ricordarci quello che Gesù stesso disse: «Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli.» [Lc 6,22-23] L’odio nei confronti dei cristiani, del Capo di essi e del Suo Vicario, è grande. L’amore e il rispetto per la Persona del Santo Padre sono indiscussi e d’obbligo per ogni cattolico che dir si voglia. Le offese, anche balorde come quella in questione, però ci consolano: dimostrano come il Papa ancora non si sia conformato alle mode del mondo, ai suoi messaggi, alle sue scellerate predicazioni.
venerdì 25 novembre 2011
Questo video mi tornava alla mente nei giorni scorsi quando è scoppiato lo scandalo delle foto pubblicitarie edite da quell’azienda di moda che ha voluto ritrarre il Santo Padre mentre bacia un Imam. Il disgusto è stato grande e i provvedimenti presi e intimati dalla Santa Sede sono più che doverosi (almeno una volta la Curia romana interviene per difendere il Sommo Pontefice). Mi venivano però alla mente due riflessioni. La prima di esse, lievemente ironica, è sulla scelta dei personaggi da ritrarre in quella pubblicità: il Papa, appunto, e l’Imam. Sul Papa, si sa, si può (a volte, pare, si deve) dire di tutto. Si può offendere, insultare, irridere, screditare, impedire di parlare, accusare di ogni crimine, eccetera. I fedeli difficilmente lo difendono. I suoi collaboratori, troppo spesso tacciano. Non si sa se per scelta o, temo, per condivisione delle offese e vigliaccheria. Ma di un Imam certe cose non si possono dire. L’Islam, per chi non lo sapesse, condanna l’omosessualità come il cristianesimo. Con una differenza però: che condanna anche l’omosessuale. La Chiesa invece, condanna l’atto, ma è misericordiosa con il peccatore. Le reazioni provocate da delle vignette satiriche su Allah in Danimarca le conosciamo tutti. Non vorremmo che, con la leggerezza con cui si può insultare il Papa, ci si sia presi la libertà di offendere anche un Imam. Trascurando che le conseguenze potrebbero essere più drammatiche di un intervento istituzionale. La seconda riflessione, invece, si rivolge principalmente ai cattolici. Le parole del Marchese Onofrio del Grillo, magistralmente interpretato dal buon Alberto Sordi, dovrebbero ricordarci un po’ di quella leggerezza e distacco dalle cose mondane. Dovrebbero altrettanto ricordarci quello che Gesù stesso disse: «Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v'insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate, perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli.» [Lc 6,22-23] L’odio nei confronti dei cristiani, del Capo di essi e del Suo Vicario, è grande. L’amore e il rispetto per la Persona del Santo Padre sono indiscussi e d’obbligo per ogni cattolico che dir si voglia. Le offese, anche balorde come quella in questione, però ci consolano: dimostrano come il Papa ancora non si sia conformato alle mode del mondo, ai suoi messaggi, alle sue scellerate predicazioni.
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