domenica 18 settembre 2011

«In una cattedrale c’era un organo eccellente, di quegli Organi all’antica, fatti a regola d’arte e con tanto senso religioso da uno dei migliori organari di qui tempi. Ma in quella cattedrale c’era anche un pessimo organista, di quei fracassoni moderni da chitarra elettrica, che a forza di gomitate, e siccome era aggiornato, aveva sbalzato via il suo predecessore e si era insediato al suo posto. Quando però metteva le mani sulla tastiera, tutti scappavano di chiesa. Che ti fece quel vescovo, udito il consiglio presbiterale, per riparare a tanta iattura? Cambiò l’organol».

Questa breve storiella è presa dall’illuminante e confortante romanzo di Walter Martin (pseudonimo di don Giuseppe Pace), che s’intitola Habemus Papam. Ed è una perfetta fotografia della Chiesa cattolica di oggi. Che tanto piace a comunisti, protestanti, sindacalisti, massoni e eretici di ogni risma. Che però non si rifà al Suo Divino Fondatore: Gesù Cristo. Che non era uno tanto tranquillo quanto l’immagine buonista da catechismo fumettista di parrocchia vorrebbe far credere. Gesù Cristo non è mai stato un tipo accomodante come lo sono i nostri sacerdoti e vescovi, che in nome del dialogo sarebbero pronti a rinnegare anche la loro stessa esistenza. La Chiesa cattolica, essendo per volontà divina, una realtà anche (non solo!) umana, necessita, come tutte le cose umane, di correzioni, accorgimenti e approfondimenti. Non di stravolgimenti e rivoluzioni tanto care a comunisti, protestanti, sindacalisti, massoni ed eretici cui accennavo sopra. Nessuno nega che qualche nota storta, nella magnifica ed eterna sinfonia della Chiesa cattolica, c’era. E come tale andava rivista. Il problema è stato, come esemplificato nella storiella iniziale, che invece di migliorare la formazione, l’istruzione, l’insegnamento della dottrina, la cura e la devozione dei sacerdoti, si è andato abbattendo (tentando e non riuscendoci del tutto) tutto l’edificio sacro. L’organo della storiella è quindi diventato il celibato dei preti, la Santa Messa, l’insegnamento della dottrina cristiana, la devozione al Santissimo Sacramento, l’obbedienza al successore di Pietro, la cura nella costruzione delle chiese, ecc. Piuttosto che correggere le storture, magari sostituendo e rimuovendo chi le predicava, si è andati con il sostituire le strutture stesse della Chiesa. Con il risultato, ridicolo e agghiacciante, di non aver ottenuto quei miglioramenti tanto decantati e tanto sbandierati per giustificare tali e tante deviazioni. Tanto per rimanere in ambito liturgico, piuttosto che cambiare il rito (e il senso) della Messa, andava approfondita la catechesi e l’istruzione dei fedeli. Il motivo di tale rivoluzione? La gente non partecipava più alla Messa e la frequenza ai Santi Riti stava diminuendo terribilmente. Vero. Nessuno lo nega. I risultati quali sono stati? Oggi come oggi non assistiamo allo stesso problema? Ci rendiamo conto e riusciamo ad avere l’onesta intellettuale di ammettere che il problema non era il rito, né il latino, né il Gregoriano, né la Comunione in ginocchio, né la direzione del celebrante, né la natura sacrificale della Messa? Ma il problema era (ed è) in quello che viene insegnato ai fedeli? L’autore del romanzo da cui siamo partiti aveva previsto anche questo e nel dialogo tra due sacerdoti (uno cattolico e l’altro progressista), affronta proprio questa questione. Ed ecco cosa si dicono i due:

«Ora la frequenza, qualitativamente, è aumentata». Dice il sacerdote progressista.
«Tanto che essa prosegue anche fuori dalle chiese» afferma ironico il sacerdote cattolico.

Ed è proprio questo il punto. La riforma ha fallito. I risultati fuori, non si vedono. La gente divorzia e ha votato a favore del divorzio. La gente abortisce, è favorevole all’aborto e ha votato in favore di esso. La gente non è contraria all’eutanasia, né alle coppie di fatto, né al divorzio breve, né alle unioni omosessuali, né alle adozioni alle coppie omosessuali e non sposate, né a tante altre sinistre, diaboliche, ottusità. Era prevedibile già dall’inizio, ed era perversa anche per altri motivi, ma lo vogliamo ammettere una volta per tutte che tutta questa innovazione, tutto questo aggiornamento, tutta questa apertura al mondo, non ha aiutato la Chiesa cattolica? L’ha solo conformata al mondo, col risultato che il mondo ha soffocato la Chiesa. E tutto questo è magistralmente narrato in un aneddoto del suddetto romanzo col quale finisco. Eccolo:

Dissero gli oceani ai continenti: “Non vedete quante sponde abbiamo in comune? Perché non ci uniamo ecumenicamente?”. E tutto ritornò come era prima che Iddio separasse la terra dalle acque!»

Nessun commento:

Posta un commento