giovedì 28 luglio 2011

Ottime notizie. Come riporta Caterina Maniaci su Libero di oggi, a Caserta, con tanto di approvazione del sindaco, nei cimiteri ci sarà uno spazio riservato ad accogliere i feti abortiti. Tutto questo in linea con quanto detto dal documento della Congregazione della Dottrina della Fede (la Donum Vitae) che afferma che i feti abortiti «devono essere rispettati come le spoglie degli altri esseri umani». Basterebbe il buon senso e il sano uso della ragione; per capire certe cose non occorre la fede. Ma aveva ragione Paolo VI quando diceva che “noi siamo i soli a difendere il potere della ragione”. Ovviamente non mancano le polemiche. Che vengono da coloro, i sindacati (in questo caso dei medici), che dovrebbero tutelare gli interessi degli iscritti e dei pazienti. E invece sembra che tutelino solo i propri interessi ideologici (che probabilmente fruttano di più). La scusa è che la sepoltura di esseri umani (questo sono i feti) abortiti risulterebbe una “violenza psicologica” sulle donne che si trovano nelle situazione di scegliere se abortire o no. Della serie: sappiamo che l’aborto è un omicidio, ma non diciamolo alle donne, perché altrimenti si rendono conto di quello che stanno facendo, non abortiscono, e noi non ci guadagniamo. Il dio denaro ha la meglio sulla dignità delle donne e sulla vita dei piccoli. Perché, quello che non si ricorda mai in tema di aborto è che non è solo e soltanto un omicidio nei confronti del bambino nel grembo materno (cosa che già basterebbe per rifiutare questo abominio), ma è anche una violenza nei confronti delle donne. L’aborto, infatti, procura gravi danni e conseguenze (non solo fisiche) alla salute e al benessere delle donne. Anche qui i puri difensori della psicologia delle donne tacciono. Tacciono sapendo di mentire. Mentono perché non negano che la sepoltura è inutile in quanto quel feto non è ‘niente’ (come vorrebbero far credere, in barba alla scienza, i radicali più estremi), ma la negano in quanto risulterebbe un ottimo deterrente contro altri aborti. La questione ruota tutto intorno a questa cosa. Questi sindacati (e chi li spalleggia) non vogliono nemmeno rispettare il diritto di scelta (come la legge 194 che loro invocano dice), ma vogliono condizionare le donne, evitando di informarle che quella “cosa” che abortiscono è una persona. Un essere umano. E come tale, al momento della morte, degno di essere sepolto.

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