mercoledì 15 giugno 2011

Alcune considerazioni sui referendum da poco conclusi:

1) Quanti (specialmente tra quelli che sono andati a votare) hanno realmente capito che non si trattava di privatizzare l’acqua, ma di permettere l’intervento dei privati per la manutenzione degli acquedotti e della gestione dell’impianto idrico nazionale?

2) Quanti di quelli che oggi gridano ed esultano per la vittoria della democrazia, sarebbero stati intellettualmente onesti da esultare per la democrazia, anche se il risultato fosse stato diverso (magari opposto)?

3) Quanti di quelli che hanno votato sono esperti di ambiente, energia, giurisprudenza, diritto? Su cosa hanno espresso il loro voto? Sulle loro idee? Tutti sono stati a studiarsi le materie interessate, facendosi così una panoramica completa delle questioni?

4) A chi ha tirato indebitamente in mezzo il Papa, essendo gli stessi che non sopportano e attaccano ogni tipo di “ingerenza” clericale, perché in questo caso hanno taciuto e sì sono, invece, appropriato delle parole del Romano Pontefice?

5) Qualcuno mi spiega come mai i referendum per essere validi, devono avere un quorum, mentre per ogni tipo di elezione si fanno i conti con gli elettori effettivi (e non sugli aventi diritto).

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