lunedì 23 maggio 2011

Questo è quello che Roma è riuscita a fare per rendere omaggio, ringraziamento e onore al Beato Giovanni Paolo II (cliccare qui per le foto). La statua in questione è di Oliviero Rainaldi che, in una breve intervista apparsa su Libero del 20 maggio scorso, ha dichiarato: “Una cosa che ricordo con chiarezza pensando a Papa Wojtyla è il vento: nelle vesti, tra i fogli. Il vento è spirito e la scultura è vuota perché immagino il suo corpo pieno di spirito”. E la carne? E la materia? La dottrina cattolica insegna che la risurrezione riguarda tutto il corpo, non solo lo spirito. E se adesso il beato Giovanni Paolo II è in attesa della resurrezione del corpo che avverrà nel Giudizio Finale, questo non toglie che Cristo si è fatto uomo, si è fatto carne e questa carne l’ha benedetta e redenta. Ma di puritani e di eretici è pieno il mondo. Purtroppo, in questa triste vicenda c’è l’ennesima conferma, anche all’interno della Chiesa. Lo rivela lo stesso Rainaldi quando afferma che in merito alla scelta della sua opera “Ci sono state due proposte, come avviene solitamente, e poi una di queste è stata scelta. Ha passato il vaglio di tutti: Comune di Roma, le sovrintendenze, il Vaticano”. Ora che tale disgustosa mole di bronzo fatta passare per arte (mi trattengo nel dire ciò che penso realmente) possa avere avuto il beneplacito del Comune di Roma, ci posso anche stare. Non mi aspetto da loro chissà che. Che passi il vaglio della sovraintendenza (immagino anche quella dei beni culturali) mi turba parecchio, ma non si sconvolge più di tanto: so che il concetto di arte è diventato, come molte altre cose, relativo e quindi inutile. Ma quello che mi fa pensare e che mi fa terribilmente rabbia, è che tale accozzaglia di bronzo abbia ricevuto il consenso del Vaticano. Non ho parole. E quelle che ho se le usassi commetterei peccato. Quindi meglio trattenermi. Dico solo che attendo con ansia i sedicenti critici d’arte per una spiegazione plausibile di questo schifo. Per il resto, perché c’è del resto, c’è da dire che il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha dichiarato che sta valutando l’idea di istituire una sorta di referendum popolare cittadino, via web, per vedere se l’opera in questione è gradita ai romani o meno. Visto che, al momento dell’inaugurazione, la gente non ha per niente gradito quanto è stato realizzato. Se questa decisione venisse realmente presa e realizzata dimostrerebbe l’incapacità governativa del sindaco di Roma. Per due motivi. Primo, perché doveva essere in grado prima di determinare che quell’opera è un’offesa al buon gusto, alla razionalità e alla decenza della città di Roma, oltreché della sensibilità dei cittadini romani che tanto hanno amato il beato Pontefice. Secondo motivo perché ora come ora, di fronte al malcontento generale, dovrebbe avere l’autorità e l’autorevolezza di decidere. Lui cosa pensa? È bella, è arte? La mantenesse. È orrenda e offensiva? La rimuovesse. E subito.

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