Una delle critiche che vengono spesso mosse e più mi fanno sorridere (dopo avermi debitamente tormentato) è quella rivolta a coloro che soffrono (o dicono di soffrire) e si dispiacciono per cose che il criticante reputa ‘piccole’, ‘non meritevoli’ di tanta attenzione. Si dice che questi piccoli malumori, queste piccole sofferenze non dovrebbero esserci proprio perché sono piccole e quindi sarebbero ingiustificate. C’è di peggio per rammaricarsi e stare male! Spesso le intenzioni di tali critiche sono sane e lodevoli; cioè quella di evitare tali dispiaceri alla persona a cui si rivolge. Poi però ci penso sopra e mi immagino un enologo, un intenditore di vini. Egli coglie il piccolo difetto, la minima defezione del vino (non dell’aceto!), perché ne è un intenditore. Come i primi, coloro a cui vengono mosse le critiche di cui ho scritto sopra, sono intenditori della vita.
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