lunedì 14 marzo 2011

Mi si dirà che quel che conta è l’amore, l’amore verso il prossimo. Magari solo il prossimo disgraziato. Il prossimo che sta bene, il prossimo in abito talare (o clergyman), tantomeno se con qualche accenno di rosso, assolutamente no. Per questa categoria l’amore non è concesso. Mi si dirà che sono un fariseo, che guardo alla legge, piuttosto che all’amore. Come se essere cristiani significasse appartenere ad un’associazione filantropica. Essere iscritti al WWF o aver ricevuto il Battesimo pare essere la stessa cosa. Ma siccome son convinto che l’amore verso il prossimo può fondarsi solo sulla verità e questa è oltreché necessaria per salvarsi (Compendio n.28), anche ciò in cui crediamo attraverso la fede (Catechismo San Pio X, 232), proprio della fede cristiana vorrei parlare. E di come essa è messa a serio rischio. Non tanto dagli attacchi esterni. Quanto piuttosto, dai tradimenti di coloro che sono chiamati a tutelarla e professarla. E allora mi domando come possano vescovi “concelebrare” con i protestanti o con gli anglicani (uomini e donne); come sia possibile dare la Santa Eucaristia ai protestanti; come sia possibile che ci siano cardinali che nelle preghiere invocano Allah e che nelle chiese cattoliche si lasciano esporre stendardi verdi con il nome di Allah; come sia possibile che ci siano sacerdoti che celebrano Messa circondati da chierichetti (e anche chierichetti femmine) mascherati per la festa di carnevale (se non mascherati anche loro); sacerdoti che celebrano Messa utilizzando, invece che le suppellettili e i vasi sacri, piatti e bicchieri di plastica per contenere il corpo e il sangue di Cristo; arcivescovi che benedicono insieme ai pastori (donne) protestanti; come sia possibile che ci siano sacerdoti che al momento della Comunione, lasciano patena e calice sull’altare e i fedeli si comunichino da soli (probabilmente fastfood docet) Potrei continuare all’infinito con gli scempi liturgici, pastorali e dottrinali. Qui si tratta di eresie. Niente di più niente di meno. E quando c’è l’eresia, chi la segue, apostata la fede cattolica e crea uno scisma. E siccome qui l’eresia è molto diffusa, nemmeno troppo velatamente, e si lascia passare come normale, e non pericolosa, qualcosa che non va c’è. Come mai chi di dovere non è intervenuto, né interviene? “Si teme uno scisma? Ma non si rendono conto che lo scisma c’è già e nemmeno strisciante? Che quei pastori eretici non riconoscono più l’autorità del Successore di Pietro e del suo Magistero?” Infatti i Papi si sono sempre espressi (non potrebbe essere altrimenti) a favore dell’ortodossia, ma tutti i richiami e i documenti sono rimasti, spesso, lettera morta. E allora prosegue don Guglielmo Fichera (che cura il sito FedeeCultura.it da cui ho tratto le informazioni e il virgolettato) “non sarebbe forse meglio accettare uno scisma salvando l’integrità della fede cattolica che assistere ad una deflagrazione in mille pezzi alla protestante?” Domande scioccanti. Che fanno rabbrividire, è vero. Ma che, credo, dovremmo porci e dalle quali, altrettanto credo, non possiamo esimerci dal rispondere.

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