sabato 19 marzo 2011

La notizia: il 17 marzo scorso (sì proprio quello) il cardinal Angelo Bagnasco avrebbe avuto il desiderio di andare in visita pastorale a due licei genovesi (città di cui è Arcivescovo). La risposta? No: non è gradito. È inopportuno. Ci risiamo? Si è verificata nuovamente (anche se in misura ridotta) la violenza di pochi sulla volontà di altri (pochi o tanti che siano poco importa). Quando il precedente? Gennaio 2008. Sua Santità Benedetto XVI venne invitato a parlare all’Università di Roma La Sapienza, ma un manipolo di docenti gli impedì la visita. Oggi non c’è stato nessun invito, ma comunque si è sbattuta la porta in faccia al proprio arcivescovo. Liberi di farlo. Libero anche io di esprimere la mia opinione. Aldilà della cafonata bella e buona, mi sembra un tantino pericoloso come atteggiamento. Dov’è la laicità dello Stato? Lo vediamo chiaramente una volta per tutte che questa non è laicità, ma laicismo? Lo capiamo che non è concessa la libertà di parola a tutti? Il limite poi è abbastanza evidente. Per me ognuno può invitare e accogliere chi vuole a casa sua. Però poi non mi si dica che questa gente è liberale e aperta. Se non si hanno le capacità intellettive (e gli attributi fisici) per ascoltare cosa ha da dire una persona (in Italia sono considerate ancora persone i preti, sì?) e, magari, poi dissentire, non è colpa mia, dei preti, o del Vaticano. Se non si è uomini si è colpa di qualcun altro. Si fa parlare tutti. Cani e porci. I preti no. Non capisco. Questa è l’Italia? Il cardinal Bagnasco commentando la cosa ha detto: «Può succedere. […] fa parte dei meccanismi della democrazia» (da Libero de 18/3/2011) Ecco la conferma di quello che penso e vado dicendo: la democrazia non è perfetta. È una forma di governo e probabilmente nemmeno la più perfetta. Sicuramente la più ipocrita. Si dice che il potere è di molti, di tutti, quando non è così. Questo mi fa schifo. Come questa Italia che non permette ad un Papa e ad un cardinale di parlare.

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