mercoledì 2 febbraio 2011

Le cose vengono tanto più nascoste, tanto più se ne parla. Infatti le valanghe di parole finiscono col travolgere, sotterrare e spesso stravolgere, quello che è il senso delle cose di cui si parla. Questo è un fenomeno che capita di continuo quotidianamente. Nell’epoca dell’esasperazione della comunicazione (non più i giornali, ma i giornali online con gli ultimi aggiornamenti) è all’ordine del giorno il susseguirsi di notizie, di approfondimenti e quant’altro dove si danno per scontate le cose basilari, che però, osservandole attentamente, non sono più così scontate. Avendo molti (troppi) e in larga misura abusato di alcuni termini, si è finito con il travisare e tradire il senso di quelle parole. Caso palese è quello della parola ‘amore’. Tutti ne parlano. Tutti (o quasi) lo cercano, ma tutti (o quasi) hanno le idee confuse su quello che è. C’è chi pensa che l’amore corrisponda a quello che sente nel proprio cuore, chi a quello che sente nel cuore della persona che gli piace, chi pensa che non esista, chi ecc ecc. Il problema maggiore è che l’amore viene spesso confuso, diluito e coniugato con quell’atteggiamento stile libri Harmony, che è il sentimentalismo. La tragedia assume caratteri seri, gravi e pericolosi quando questa confusione entra nel campo della religione e della fede. Ecco allora che tornano interessanti ed utili, come una boccata d’aria fresca e pura, le parole di Gilbert Keith Chesterton: “I sentimentali parlano ininterrottamente dell’amore fino al punto di procurare a tutti la nausea al solo suono di questa che è la più splendida di tutte le parole umane. […] Sono convinti che non esista nessun pericolo, nessun demonio e nemmeno la morte. Tutto è speranza, felicità e ottimismo. […] Il risultato razionale della religione moderna della gioia e dell’amore si risolverebbe in un’enorme corsa dell’umanità al suicidio. Il pessimismo ucciderebbe gli uomini a migliaia, ma l’ottimismo li ucciderebbe a decine di migliaia. […] Il cattolico non si uccide perché non è vero che dà per scontato di meritarsi in ogni caso il paradiso. […] Ritiene infatti che un uomo si conquisterà il Cielo tanto più avrà sopportato in vita da uomo.” Parole sante.

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