Proponiamo una riflessione di Aldo Maria Valli, tratta dalla sua ultima fatica La verità del Papa (Lindau, 2010), sulla bellezza dell’essere cristiani. Cristiani cattolici:
Nella nostra cultura dualista, all’interno della quale siamo incapaci di comporre la complessità, per accedere al cielo dobbiamo abbandonare la terra con i suoi legami, per coltivare lo spirito ci è chiesto di trascurare la carne, per purificarci l’unica via è la fuga dalla realtà. Arriviamo ad essere molto duri con noi stessi. Diciamo: è questione di coerenza. Ma siamo felici? Ecco il punto. No, non lo siamo. Tanto dualismo è faticoso e non fa per noi. Alla lunga ci provoca solo frustrazione. E invece ecco lì il cattolico, questa strana creatura d’altri tempo che con una sfacciata incoerenza riesce a tenere assieme gli opposti. Pecca ma si lascia perdonare e perdona a sua volta. È capace di digiunare ma sa anche far festa. Guarda costantemente al cielo ma ha i piedi ben piantati sulla terra. Raggiunge le vette dell’ascesi personale ma sa anche vivere in comunità. Apprezza e ama il silenzio ma coltiva la parola forse più di ogni altro. È eros ma anche agape. E via così. Per chi lo giudica da fuori, è incomprensibile, è l’incoerenza fatta persona. Ma con il suo et et è chiaramente felice, più felice di chi, non sapendo praticare altro che l’aut aut, resta prigioniero in una gabbia da lui stesso costruita.
Parole su cui riflettere, su cui confrontare la nostra vita. Di credenti e non.
Nella nostra cultura dualista, all’interno della quale siamo incapaci di comporre la complessità, per accedere al cielo dobbiamo abbandonare la terra con i suoi legami, per coltivare lo spirito ci è chiesto di trascurare la carne, per purificarci l’unica via è la fuga dalla realtà. Arriviamo ad essere molto duri con noi stessi. Diciamo: è questione di coerenza. Ma siamo felici? Ecco il punto. No, non lo siamo. Tanto dualismo è faticoso e non fa per noi. Alla lunga ci provoca solo frustrazione. E invece ecco lì il cattolico, questa strana creatura d’altri tempo che con una sfacciata incoerenza riesce a tenere assieme gli opposti. Pecca ma si lascia perdonare e perdona a sua volta. È capace di digiunare ma sa anche far festa. Guarda costantemente al cielo ma ha i piedi ben piantati sulla terra. Raggiunge le vette dell’ascesi personale ma sa anche vivere in comunità. Apprezza e ama il silenzio ma coltiva la parola forse più di ogni altro. È eros ma anche agape. E via così. Per chi lo giudica da fuori, è incomprensibile, è l’incoerenza fatta persona. Ma con il suo et et è chiaramente felice, più felice di chi, non sapendo praticare altro che l’aut aut, resta prigioniero in una gabbia da lui stesso costruita.
Parole su cui riflettere, su cui confrontare la nostra vita. Di credenti e non.
Quello che Valli scrive non è altro che il contenuto del Vangelo che prima di tutto ci fa cristiani e poi cattolici... Il mio parere.
RispondiEliminaTu sei felice?
Ti lasci perdonare? Perdoni?
Sai digiunare?
Guardi solo al cielo o sai vedere anche ciò che accade in terra?
Sai vivere molto bene da solo, e con gli altri?
La Parola la coltivi o la fai tua a tuo piacimento?
Sicuramente dici di essere felice ma se non accogli il tuo prossimo credo che tu sia ben lontano da essere cattolico e soprattutto cristiano.