martedì 14 settembre 2010

Oggi 14 settembre 2010 ricorre il terzo anniversario dell’entrata in vigore delle norme stabilite dal Santo padre Benedetto XVI con il motu proprio Summorum Pontificum in merito alla celebrazione della santa Messa secondo il messale promulgato da Papa Giovanni XXIII nel 1962 (la cosiddetta Messa Tridentina). Oggi, liturgicamente, ricorre anche la festa dell’esaltazione della Santa Croce. Ed è notizia di oggi (Il Foglio quotidiano a firma di Paolo Rodari) dell’uscita in Scozia e Inghilterra di un opuscolo, un glossario, per spiegare le varie celebrazioni che Benedetto XVI presiederà nell’imminente viaggio in quei paesi. Fin qui nulla di male, anzi. Ma si sa, o meglio si dovrebbe sapere, il detto secondo cui la strada che conduce all’inferno è lastricata di buone intenzioni. Infatti esse spesso non bastano. E leggendo quanto contenuto in quel glossario ci viene anche da dubitare di codeste buone intenzioni. Comunque sia ecco quanto ivi contenuto come riportato da Rodari nell’articolo sopra menzioanto: “Cos’è la Messa? Uno ‘spettacolo’, anzi uno ‘show di musica’. Cos’è l’altare? ‘Un tavolo’. L’eucarestia? ‘Un po’ di pane e un po’ di vino’ che vengono fatti uscire in un momento preciso dello show. I liturgisti? Sono un po’ degli ‘artisti’ e un po’ degli ‘attori’. La sagrestia? Il ‘ backstage’ della messa.” Roba da rabbrividire. O da riderci sopra se non fosse la triste realtà. La cosa più sconvolgente, c’è di più!, è che la chiesa cattolica britannica si è così giustificata quando sono sorte le prime polemiche: “L’opuscolo è stato pensato per i non credenti e per coloro che devono garantire il servizio d’ordine […] per questo abbiamo voluto far capire che l’attenzione che si deve dare a una messa è la medesima che si deve prestare quando c’è un concerto e così via”. Non sapevamo, ammettiamo mestamente l’ignoranza, che Nostro Signore che si fa presente nelle sacre specie del pane e del vino sia paragonabile a un Bono Vox o ad un nostrano Vasco Rossi. Davvero credevamo si trattasse di tutt’altra cosa. Pensavamo anche che ad un concerto ci si va sì magari anche con attenzione, ma non con la “medesima” con cui si partecipa ad una Messa. Anche il semplice paragone è davvero da scellerati. Eppure costoro sono sacerdoti, vescovi e cardinali che hanno la responsabilità pastorale e morale di centinaia di migliaia di fedeli. E partoriscono certe cose (non trovo aggettivi sufficientemente aderenti alla realtà per definirle diversamente). La Messa non è uno show o uno spettacolo. Il radioso Magistero di Papa Benedetto XVI si sta spendendo moltissimo anche su questo. Quando era ancora cardinale, così si esprimeva: “La liturgia non è l’invenzione del sacerdote celebrante o di un gruppo di specialisti; la liturgia (il rito) è cresciuta in un progresso organico nei secoli, porta in sé il frutto dell’esperienza di fede di tutte le generazioni.” [J. Ratzinger – L’elogio della coscienza] Questa è solo una dei tantissimi richiami e delle innumerevoli esortazioni che, sia da cardinale e poi da Papa, Ratzinger ha espresso sulla liturgia. E fa strano, e anche un po’ male, che tali scempi debbano accadere proprio in occasione del suo viaggio nel Regno Unito. Speriamo sia solo un errore, una caduta di stile, un’imbarazzante gaffe e nulla più. Speriamo che gli inglesi e gli scozzesi, credenti e non, sappiano distinguere, oltre quanto viene insegnato dai loro pastori, tra una Messa ed un concerto. Non vorremmo imbatterci in gente che ad un concerto di Eminem sia inginocchiata in adorazione e che, alla Messa domenicale, faccia la ola o sventoli al cielo il suo accendino.

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