“Vedo,
ottimo Diogneto, che tu ti accingi ad apprendere la religione dei cristiani e
con molta saggezza e cura cerchi di sapere di loro. A quale Dio essi credono e
come lo venerano.”
[Lettera a Diogneto, 1]
[Lettera a Diogneto, 1]
Oggi queste parole verrebbero condannate dalle più alte autorità
religiose cattoliche. Il motivo? Non è solo uno, ma tanti. Innanzitutto la
religione non si apprende più, ma si sperimenta. Ho già chiesto chiarimenti su
come si possa educare all’esperienza, ma non ho ricevuto risposte. No, non risposte
convincenti, non ho proprio ricevuto risposte. Poi il problema sorge quando si
vuole apprendere a quale Dio i cristiani oggi credono. A quale Dio credono oggi
i cristiani? Non a quello cattolico come sentenzia spesso il Papa. Quindi non
saprei rispondere al moderno Diogneto che vuole capire cosa significa essere
cristiani. Oltretutto egli non potrebbe apprenderlo per testimonianza perché
ogni testimonianza, essendo basata, centrata e concentrata solo sull’esperienza
del testimone, è diversa da testimone a testimone. Ma non solo diversa,
piuttosto opposta. Trovatemi due cattolici che credono sulle questioni di fede
(quelle dogmatiche) le stesse cose e sono disposto a pagare. Per non parlare
poi di come i cattolici – peggio ancora i cristiani – venerano Dio. Se il
moderno Diogneto volesse conoscere i cattolici dal modo in cui venerano Dio
giungerebbe a due conclusioni certe. La prima è che non credono in Dio. E non
gli si potrebbe dar torto visto il livello mediocre (per essere gentili) delle
liturgie di oggi. La seconda conclusione è che, se proprio a un Dio devono
credere, è un Dio nuovo, mutevole e che muta in base alle comunità che lo
venerano. Un po’ lo stesso discorso fatto su quanto i cattolici credono. Non
c’è uniformità di credo e di venerazione, ma difformità. Una difformità che è
diventata eresia, per quanto questo termine sia oggi - ovviamente – considerato
sbagliato, pericoloso e dannoso.
Certo è che rifarsi in continuazione alla chiesa
delle origini e poi tradirla sulle fondamenta è quantomeno simpatico e
indicativo dello stato delle cose in cui versiamo.
Altrettanto certo è che con tali presupposti la
fede cattolica non gode di buona salute e muore. Ma forse sbaglia chi si
stupisce di ciò, perché questo è il piano scientemente applicato da chi vuole
raggiungere i suoi chiarissimi obiettivi.
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