La tristezza. In molti, quasi in tutti, sembra essere una sciagura.
Una condanna da evitare. Eppure è, al pari di molti altri, uno stato d’animo
ricorrente negli uomini. Cambiano le circostanze, le ragioni, i modi di
affrontarla, ma la tristezza c’è sempre. E molto spesso risiede proprio dietro
l’angolo della felicità.
La tristezza, allora, è un dato
di fatto. E come tale andrebbe innanzitutto trattato e vissuto. Essere tristi
capita. Ignorarlo, strillando come checche isteriche puntando il dito contro
l’appestato di turno, oltre che patetico, è di una gravità inaudita. Prima di
tutto perché il sedicente triste non diventa felice e poi perchè questi
tribunali della felicità ignorano la realtà dell’uomo e diventano quindi
irreali. Chi esalta solo la gioia, la felicità e lo stare bene, ignora una
parte della vita. È una visione parziale e come tale falsa. E in quanto falsa
pericolosa e dannosa per l’uomo.
La visione
emozionale della vita è una droga. Ci si convince – e quando ci si riesce si
impazzisce – che tutto deve andare bene. Quando le cose non vanno bene e non le
si può cambiare, si dice che dobbiamo cambiare noi, diventare immuni,
indifferenti e più forti di ogni tristezza ci possa capitare. Si tratta di
essere evirati, amputati di sentimenti, per diventare sostanzialmente degli
ebeti. La vita è una cosa così semplicemente complicata che non la si può
risolvere a colpi di machete di felicità.
La vita, e la vita dell’uomo,
contempla il fallimento, la delusione, l’amarezza, la frustrazione, la
tristezza, il disagio, l’ansia, il terrore e tutta un’infinità di sentimenti
che si vorrebbe bandire. Eppure questi sentimenti, in quanto tali, vanno non
dico auspicati, ma almeno rispettati. Molte opere letterarie e musicali sono
nate dal dolore dei loro autori. Ignorare la tristezza significa ignorare l’uomo
e i suoi bisogni.
Bisogna maturare e imparare a
bere il calice della tristezza. Bere solo la coca-cola della gioia e della
spensieratezza è sintomo di immaturità. È la malattia dei bambini, che pensano
di crescere mangiando solo cioccolata. La tristezza, come tutti i sentimenti,
insegnano a conoscersi, a sondare e scendere in profondità l’animo umano.
La tristezza è uno dei
sentimenti degli uomini. Chi lo accetta ha un’arma in più: quella della verità.
Innanzitutto la verità su se stessi.
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