Forma
Ordinaria del Rito Romano
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna»
[Mt 25,14-30]
Forma
Straordinaria del Rito Romano
Quando Gesù fu sceso dal
monte, molta folla lo seguiva. Ed ecco venire un lebbroso e prostrarsi a
lui dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi». E Gesù stese la mano e
lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii sanato». E subito la sua lebbra
scomparve. Poi Gesù gli disse: «Guardati dal dirlo a qualcuno, ma va' a
mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva
come testimonianza per loro». Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un
centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa
paralizzato e soffre terribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo
curerò». Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri
sotto il mio tetto, di' soltanto una parola e il mio servo sarà
guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e
dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro: Vieni, ed egli viene; e al mio
servo: Fa' questo, ed egli lo fa». All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a
quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho
trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente
e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno
dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre,
ove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al centurione: «Va', e
sia fatto secondo la tua fede». In quell'istante il servo guarì.
[Mt 8,1-13]
[Mt 8,1-13]
“La
peste della età nostra è il così detto laicismo coi suoi errori e
i suoi empi incentivi; e voi sapete, o Venerabili Fratelli, che tale empietà
non maturò in un solo giorno ma da gran tempo covava nelle viscere della
società. Infatti si cominciò a negare l'impero di Cristo su tutte le genti; si
negò alla Chiesa il diritto — che scaturisce dal diritto di Gesù Cristo — di
ammaestrare, cioè, le genti, di far leggi, di governare i popoli per condurli
alla eterna felicità. E a poco a poco la religione cristiana fu uguagliata con
altre religioni false e indecorosamente abbassata al livello di queste; quindi
la si sottomise al potere civile e fu lasciata quasi all'arbitrio dei principi
e dei magistrati. Si andò più innanzi ancora: vi furono di quelli che pensarono
di sostituire alla religione di Cristo un certo sentimento religioso naturale.
Né mancarono Stati i quali opinarono di poter fare a meno di Dio, riposero la
loro religione nell'irreligione e nel disprezzo di Dio stesso.
I pessimi frutti, che questo allontanamento
da Cristo da parte degli individui e delle nazioni produsse tanto
frequentemente e tanto a lungo, Noi lamentammo nella Enciclica Ubi
arcano Dei e anche
oggi lamentiamo: i semi cioè della discordia sparsi dappertutto; accesi quegli
odii e quelle rivalità tra i popoli, che tanto indugio ancora frappongono al
ristabilimento della pace; l’intemperanza delle passioni che così spesso si
nascondono sotto le apparenze del pubblico bene e dell’amor patrio; le
discordie civili che ne derivarono, insieme a quel cieco e smoderato egoismo sì
largamente diffuso, il quale, tendendo solo al bene privato ed al proprio
comodo, tutto misura alla stregua di questo; la pace domestica profondamente
turbata dalla dimenticanza e dalla trascuratezza dei doveri familiari; l’unione
e la stabilità delle famiglie infrante, infine la stessa società scossa e
spinta verso la rovina.”
[…]
“Tale stato di cose va forse attribuito
all’apatia o alla timidezza dei buoni, i quali si astengono dalla lotta o
resistono fiaccamente; da ciò i nemici della Chiesa traggono maggiore temerità
e audacia. Ma quando i fedeli tutti comprendano che debbono militare con
coraggio e sempre sotto le insegne di Cristo Re, con ardore apostolico si
studieranno di ricondurre a Dio i ribelli e gl’ignoranti, e si sforzeranno di
mantenere inviolati i diritti di Dio stesso.
[…]
La celebrazione di questa festa, che si
rinnova ogni anno, sarà anche d’ammonimento per le nazioni che il dovere di
venerare pubblicamente Cristo e di prestargli obbedienza riguarda non solo i
privati, ma anche i magistrati e i governanti: li richiamerà al pensiero del
giudizio finale, nel quale Cristo, scacciato dalla società o anche solo
ignorato e disprezzato, vendicherà acerbamente le tante ingiurie ricevute,
richiedendo la sua regale dignità che la società intera si uniformi ai divini
comandamenti e ai principî cristiani, sia nello stabilire le leggi, sia
nell'amministrare la giustizia, sia finalmente nell'informare l'animo dei
giovani alla santa dottrina e alla santità dei costumi.”
[Pio XI – Quas Primas]
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