Era il finire dell’anno 2004. San Giovanni Paolo II aveva ormai
imboccato la fase terminale della sua vita terrena. Nell’aula Paolo VI in
Vaticano si celebravano i sessant’anni di sacerdozio di padre Maciel Degollado,
fondatore dei Legionari di Cristo. Era presente (quasi) tutta la curia. C’era
anche il Papa; che si felicitò con lui e lo abbracciò pubblicamente. Solo un
uomo era assente: il cardinale Joseph Ratzinger.
Divenuto
Papa con il nome di Benedetto XVI – dopo aver iniziato l’opera da cardinale prefetto
della Congregazione per la Dottrina della Fede – istituì un’indagine canonica
contro padre Maciel Degollado. L’indagine accertò quanto già in molti sapevano
o sospettavano: egli abusava dei seminaristi della sua congregazione con
l’aggravante di assolverli in confessione.
Ora
sulla sua vita sta per uscire un film (Obediencia Perfecta). Mi domando se
verrà proposta anche la scena dell’abbraccio e delle lodi pubbliche che san
Giovanni Paolo II gli ha tributato. Mi domando, inoltre, se ci sarà spazio per
quanto compiuto da Joseph Ratzinger-Benedetto XVI. Sono certo che questo film
non riscuoterà successo e la promozione che spesso, anche all’interno della
Chiesa, film del genere hanno ricevuto, verrà negata. Il motivo? Non è più
necessario screditare il Papa regnante. Al mondo va bene che ci sia Francesco.
Tolto Benedetto XVI non ci sono più queste preoccupazione. E questo dovrebbe
dirla lunga o almeno suscitare interrogativi.
Ma
la mia domanda è un’altra: se qualcuno in quegli anni avesse criticato padre
Maciel che trattamento avrebbe ricevuto? Gli avrebbero risposto "il Papa
lo ha approvato", "il Papa lo abbraccia pubblicamente", “se
critichi lui critichi il Papa”, “ti senti forse più bravo del Papa”? E i
parallelismi con altre realtà – non sto accusando nessuno di pedofilia, sia
chiaro! – corrono veloci.
Con
tutta l’onestà intellettuale del caso: cosa si dovrebbe concludere?
San
Giovanni Paolo II era pedofilo?
San
Giovanni Paolo II era omertoso?
O
forse il modo di ragionare del "il Papa ci ha approvato", "il
Papa abbraccia il nostro fondatore pubblicamente" è un modo vile di
sottrarsi alle legittime domande?
O
l’una o l’altra cosa.
Non sarebbe il caso di
rispondere alle critiche, piuttosto che fuggirle con determinati slogan?
Queste frasi fatte, anche se
corrispondenti al vero, sono una coperta troppo corta (uno straccio lacero
direi) dietro cui nascondere l’impossibilità di fornire risposte.
E troppo spesso chi tace le
risposte è perché non le ha.
Chi pone certe domande sarà
anche un bigotto mentecatto, ma le argomentazioni che porta sono inoppugnabili.
E se siete così certi del contrario abbiate il santo coraggio di dimostrarlo
piuttosto che nascondervi dietro slogan che in situazioni come queste, mostrano
tutta la loro tragica miseria.
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