In quel tempo, Gesù disse ai
suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».
[Mt 5, 13-16]
Parole
magnifiche ed eloquenti. Si potrebbero (e dovrebbero) tuonare parole di
fuoco contro tanti che hanno permesso che i cattolici perdessero sapore. Più
che prendersela con i cattolici insipienti bisogna onestamente prendersela con
chi ha ridotto il Cristianesimo a un’ideologia spicciola da quattro soldi, un
opuscolo delle buone maniere, delle carinerie, delle melense parole che non
servono a nulla se non a ingannare. Potrei e dovrei tuonare contro di loro, ma
stavolta passo. Certamente non per viltà, ma per furbizia. I responsabili di
questo tradimento del Cristianesimo non leggono questo blog e se lo leggono se
ne fregano vista la mia pochezza e inutile incidenza nella vita della Chiesa.
Mi prenderebbero in considerazione solo se le mie parole servissero a mettere
in discussione il loro castello di eretiche (e convenienti) convinzioni (e
quando è successo lo hanno fatto egregiamente). Faccio allora appello non a
loro, che ormai so non ascoltano, assuefatti dall’ingordigia di porcherie che
l’eresia genera, ma mi rivolgo ai cattolici, ai miei fratelli nella fede.
Specie ai giovani, ma anche agli adulti e agli anziani. Siate cattolici! Non
vergognatevene. Siate fieri di avere questa grazia, perché di grazia si tratta.
Essere cattolici non è un’opzione accidentale nel variegato panorama delle
religioni. Essere cattolici è la cosa migliore che può accadere ad un uomo.
Dimostriamolo con la nostra vita. Accendiamo il fuoco portato da Gesù e
portiamolo nelle nostre vite come incitava a fare santa Caterina da Siena.
Impariamo a fare casino, come hanno detto Giovanni Paolo II e Francesco –
facilmente strumentabili -. Facciamo casino non in chiesa, non nella Sacra
Liturgia (rendendola un vero e proprio bordello, come chi strumentalizzato i
Pontefici ha fatto). Portiamo il fuoco di Gesù Cristo nelle nostre vite. Quel
fuoco che illumina e scalda. Quel fuoco che consuma e brucia. Usare parole di
fuoco contro chi ci umilia serve, nella speranza che si rendano conto della
loro miseria, ma allo stesso tempo quello che più conta è che noi rimaniamo
cattolici nonostante questa miseria e pochezza. Non facciamoci rubare la fede
cattolica. Ce l’hanno già tradita, sfregiata e ricoperta di inutilità: con la forza
dell’entusiasmo della fede riscopriamo ciò che significa essere cattolici. Non
dobbiamo avere paura delle persecuzioni di chi ha promesso a Dio di difenderci,
ma poi si è prostituito con il demonio. Non aspettiamo il placet per essere
cattolici. I Sacramenti li abbiamo ricevuti e allora riscopriamo la nostra fede
e viviamola. Non serve essere blogger affermati, vaticanisti di spicco o altro.
Serve essere quello che si è: studenti, genitori, lavoratori, pensionati o
disoccupati. Ognuno nella propria vita sia quello che è: cattolico. Senza
etichette o aggiunte settarie. Cattolici. Mi emoziono solo a pensarlo. Non c’è
bisogno di grandi gesti, ma dell’eroicità della fedeltà a Gesù Cristo. Nelle
grandi e nelle piccole cose. Anche nelle piccolissime. A costo di apparire ed
essere derisi come formalisti. Ma è amore. L’amore comprende tutto, non solo le
grandi cose, ma anche quelle che ad uno stolto o ad uno non innamorato,
sembrano cose superflue. Essere cattolici non significa essere ben voluti. Se
siamo ben voluti (in chiesa o nel mondo) significa che qualcosa non va. Che
stiamo perdendo il sapore della fede cattolica. Che riusciamo più a
distinguerci, che chi ci assaggia non nota in noi qualcosa di diverso. Ci siamo
aperti al mondo e il mondo ci ha tolto il sapore. Torniamo da Cristo, unica
fonte di sapore. La Chiesa e il mondo, che vanno a braccetto, hanno deciso di
annacquare la fede cattolica. Nei secoli hanno provato ad estirparla, il
diavolo ora prova ad annacquarla. Non ci riuscirà, è un mediocre perdente, ma è
ottuso e insiste, perché sa che se anche perde la guerra, può vincere qualche
battaglia, quella della dannazione di qualche anima. Che non sia la nostra!
Preoccupiamoci della salvezza della nostra anima, quindi di quella di chi ci
sta intorno. Spendiamoci, consumiamoci per questa buona battaglia. Chi
scrivendo sui blog, chi educando i bambini, chi nelle scuole, chi a lavoro,
qualsiasi posto va bene: ognuno faccia il suo. Siamo ostacolati da chi dovrebbe
spronarci, fa niente: Cristo non ci ha promesso un clero fedele. Lo hanno
tradito e rinnegato venti secoli fa non è un’anomalia se lo fanno ancora oggi.
Questi tradimenti non siano per noi motivo di desistenza, ma di resistenza. Non
da guerriglia mondana da quattro soldi. Non si tratta di andare in piazza san
Pietro con striscioni con su scritto Nella
Chiesa chi inventa liturgie viene lodato, chi celebra fedelmente viene
commissariato. Perché? (per quanto la tentazione di farlo mi era venuta).
Si tratta di essere cattolici nella nostra vita, questo sconvolge gli eretici
di ogni latitudine e tempo! E possiamo esserlo se conserviamo – il sale serve
anche a conservare – quello che abbiamo ricevuto (la Tradizione). Abbiamo il
privilegio di non doverci inventare nulla; non spendiamo tempo a inventare
nuove formule, nuove dottrine, nuove liturgie per essere più accattivanti e
coinvolgenti. Non dobbiamo creare consumatori, ma fedeli. Gente convinta che la
verità, la salvezza, la realizzazione dell’esistenza sta nell’essere cattolici.
Non altrove. Se noi per primi non ne siamo convinti, come pretendiamo di
convincere gli altri? E poi saliamo questo mondo sciapo! Illuminiamo questo
mondo tediato dalle tenebre! Con sale e luci vere, non artificiali. Con la
Dottrina sempiterna della Chiesa, non con le novità dei teologi, dei preti e
dei laici. Il mondo ha bisogno di Gesù Cristo: portiamoglielo! Non rifiutiamoci
di farlo per paura, per timore di soffrire. Soffre chi ama. Non ama chi non
soffre per ciò che ama. Dobbiamo consumarci per Cristo, non dobbiamo consumarci
per quel prete, quel laico, quel fondatore di movimenti. Dobbiamo essere di
Cristo, con Cristo e per Cristo. Punto. E ciò che Gesù Cristo ha insegnato sta
nel Vangelo interpretato infallibilmente dal Magistero della Chiesa. Tutto il
resto è opinabile. Se siamo onesti vediamo che un cristianesimo mediocre viene
gettato e calpestato dal mondo. Usano i cattolici finchè gli conviene e poi li
gettano via. Ma è normale che sia così. Dobbiamo essere scomodi, così come
scomoda fu la croce dove inchiodarono Nostro Signore. Dobbiamo essere pungenti,
così come lo fu la corona che misero in testa a Nostro Signore. Dobbiamo essere
ostinatamente convinti che il nostro successo non si misura nelle piazze piene
o nelle aule vaticane stracolme, ma nella solitudine della coerenza
all’insegnamento di Cristo. Egli fu abbandonato da tutti tranne che da Maria e
da Giovanni. Ognuno segua il suo modello ma rimanga fedele a Cristo. Saliamo:
conserviamo, curiamo e diamo sapore alla nostra esistenza. Per rendere gloria
al Padre nostro che è nei cieli.
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