All’inizio
dello scorso anno, il 2 gennaio per l’esattezza, mi attirai le ire di
alcuni sacerdoti per il contenuto del mio post “Vi chiedo perdono”. In esso
chiedevo perdono a tutti i non cattolici per come, noi cattolici, annunciavamo
la Dottrina cattolica. Rimando a quell’articolo per chi se lo fosse perso. Non
cambio una virgola di quello che scrissi, questo 2013 lo ha confermato punto su
punto. Per certi aspetti, anzi, le cose si sono pure complicate. A conclusione,
quindi, di questo anno, dovrei nuovamente chiedere perdono ai non cattolici.
Ma, come detto, la situazione oggi è un po’ più complessa. È cambiato un Papa e
sembra cambiato tutto. I problemi che hanno gravato su Benedetto XVI non
esistono più. O almeno non sono più così rilevanti. Non solo per i media laici
(della cui obiettività dubitavamo da parecchio tempo), ma anche per i media
cattolici (della cui obiettività ho imparato a diffidare, anche più di quelli
laici). La pedofilia non è più una piaga nella Chiesa: o perché Benedetto XVI l’ha
estirpata (e allora qualcuno dovrebbe rendergliene merito); oppure perché è
bastato toglierselo di torno perché tutti i preti smettessero di compiere
questo ignobile e odioso atto. I corvi in Vaticano sono volati via, lo IOR non
fa più notizia, i dissidenti non sono più un problema ma una risorsa. Bisogna
essere onesti e non nascondersi dietro un dito. Con Francesco è cambiata la
Chiesa. C’è chi dice in meglio, c’è chi dice in peggio. Ma aldilà dei giudizi
di merito va riconosciuto che la Chiesa è cambiata. Va altrettanto riconosciuto
che la Chiesa cambia come cambia il suo Capo negli ultimi cinque decenni. Non è
più Una come lo è sempre stata. È quello che il Papa di turno decide di farla
diventare. È questo il senso della retorica – e imbarazzante – primavera. Ogni
occasione è buona per parlare di nuova primavera. C’è stata la primavera del
Concilio (il Vaticano II ovviamente), la primavera del Papa Buono (Giovanni
XXIII, gli altri sono stati dei tiranni…), la primavera della riforma liturgica
(eh già, che gran bei frutti spirituali che ha prodotto), la primavera di Papa
Francesco, eccetera eccetera. Questo patetica e infantile (ed eretica)
esaltazione della novità è figlia di due gravi malattie: il rifiuto dell’eterno
(la Tradizione) e l’immaturità di chi, non fidandosi più di Dio e dei suoi
tempi, cerca continue soluzioni a problemi che non necessitano di soluzioni
immediate, ma di preghiera costante.
Per questo in questa Chiesa accadono cose che
definirle assurde è un eufemismo. Basta scorrere il calendario degli
avvenimenti che hanno coinvolto la Chiesa in questi dodici mesi per rimanere
quantomeno allibiti.
Abbiamo scoperto che…avere due
papi è bello. Ci fosse un vaticanista che si fosse quantomeno posto il problema
dell’anomalia della situazione. Siccome l’importante è fare scoop, occupare le
prime pagine dei giornali (vedi diventare uomo dell’anno per il Time), allora
questo evento storico è stato accolto con gioia incredibile. Gioia che, sempre
per quella benedetta onestà che richiamo in continuazione, nasconde il fastidio
covato per tutti gli anni del pontificato di Benedetto XVI (basta avere un po’
di memoria).
Abbiamo scoperto che in questa
Chiesa si amministra il Sacramento dell’Eucarestia ad un peccatore pubblico e
non cattolico quale Vladimir Luxuria e poi non è capace di celebrare le esequie
per un altrettanto peccatore quale Erich Priebke.
Abbiamo scoperto che il
Padreterno si è sbagliato: Gn 1,27 va corretto, aggiornandolo ai tempi di oggi.
Infatti durante i funerali di un uomo (Andrea) transessuale, di lui i preti ne
hanno parlato con il pronome femminile. La prossima versione della Bibbia,
quindi, reciterà: "maschio, femmina e trans li creò".
Abbiamo scoperto che è una
Chiesa, questa, che fa della misericordia (svincolata dalla verità) un dogma
ridicolo (pur continuando a denigrare chi al Dogma cattolico si rifà) e poi
perseguita uno dei pochi movimenti cattolici rimasti (i Frati Francescani
dell’Immacolata).
Abbiamo scoperto che si permette
al Cammino Neocatecumenale di fare i propri porci comodi (quali inventare
liturgie e mettere la storia della Chiesa tra parentesi per dirne due) in nome
del fatto che ‘portano vocazioni’ (ma le vocazioni sono a favore della Chiesa o
della setta?) e nei confronti dei Francescani dell’Immacolata (anche loro
portano vocazioni, queste sì alla Chiesa) questo metro di giudizio non viene
applicato.
Abbiamo scoperto che è una
Chiesa, questa, che esercita il suo Magistero nelle interviste, rilasciate a
chiunque, con le tragicomiche conseguenze del caso. È una Chiesa questa dove
per settimane Eugenio Scalfari ha messo in bocca al Papa frasi agghiaccianti e
nessuno (nessuno!) ha avuto niente da ridire, difendendo la cattolicità di tali
imbarazzanti espressioni e poi, per giunta, applaudire la scelta di rimuovere
quella intervista dal sito del Vaticano.
Abbiamo scoperto che se indossi
il saio, fai penitenza e diffondi le parole del Magistero della Chiesa e dei
santi, sei un fastidioso pericolo da commissariare, ma se ti vesti da manager,
diffondi opinioni e balli il flashmob sulla spiaggia di Copacabana, allora sei
alla moda e benvoluto.
Abbiamo scoperto che se dici
cose cattoliche vieni epurato da una radio cosiddetta cattolica (Alessandro
Gnocchi e Mario Palmaro da Radio Maria), ma il suo direttore può esprimersi
contro le decisioni della Chiesa (sulle “apparizioni” di Medjugorje).
Abbiamo scoperto che la rivista
cattolica De Vita Contemplativa (che pubblicava vite e preghiere di santi, di
papi e di papi santi e riflessioni dogmatiche) ha dovuto sospendere le pubblicazioni,
ma altre riviste, palesemente eretiche (quali DossierCatechista), sono site in
numerose copie sugli scaffali delle parrocchie e sui banchi all’ingresso delle
nostre chiese.
Abbiamo scoperto che si predica
la tenerezza, la bontà, la misericordia, il perdono, ma per i Frati Francescani
dell’Immacolata e il card. Burke tutto questo non è concesso. Il motivo?
Ostinarsi ad essere cattolici nella Chiesa cattolica.
Abbiamo scoperto che “San Pietro non aveva un conto in banca”,
ma che, a questo punto, avesse un profilo Twitter.
Abbiamo scoperto che per Papa
Francesco la Messa in latino non è un problema (come riportato dal portavoce
vaticano padre Federico Lombardi) ma che celebrarla significa non sentire “cum
Ecclesia”.
Abbiamo scoperto che chi inventa
liturgie viene lodato, mentre chi celebra fedelmente viene commissariato.
Abbiamo scoperto che essere
cattolici ci fa proprio schifo, visto che la Caritas di Adria (Rovigo) (vedere qui)
pubblica un calendario con le feste di tutte le religioni e ha rimosso i santi
del giorno.
Io non so i non cattolici come vedano questa
situazione. Io da cattolico mi sento imbarazzato e umiliato. Gli “esperti” del
settore dicono che voi non cattolici apprezzate una Chiesa così. Io vi credo
intelligenti e so che avete bisogno di certezze e parole chiare, non di
patetiche e infantili prese in giro. Si parla tanto di questa Chiesa che si
apre al mondo e va a braccetto con esso, ma di conversioni non ne sento
parlare. Non sarà, ditemi se sbaglio, che questa Chiesa ha ridotto al minimo
(magari anche tradendolo) l’essere cattolici e, quindi, oggi può esserlo
chiunque anche, realmente, non essendolo, attaccandosi alla mediaticità di
un’etichetta?
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