Parafrasando
il Marchese del Grillo, che si rivolgeva all’ebanista Aronne Piperno, posso
essere ancora un po’ preoccupato per ‘sto fatto? Quale fatto? Il seguente:
"Con
Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per
una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del
potere temporale" "Uomo dei poveri e lontano dalla Curia. Fraternità
e voglia di dialogo le sue prime parole concrete: forse nella Chiesa nulla sarà
più come prima. Il nostro auspicio è che il pontificato di Francesco, il Papa
che 'viene dalla fine del mondo' possa segnare il ritorno della Chiesa-Parola
rispetto alla Chiesa- istituzione, promuovendo un confronto aperto con il mondo
contemporaneo, con credenti e non, secondo la primavera del Vaticano II".
Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, commenta così l'inizio
del pontificato di Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio. "Il gesuita
che è vicino agli ultimi della storia - prosegue Raffi - ha la grande occasione
per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l'annuncio di
una nuova umanità, non il peso di un'istituzione che si arrocca a difesa dei
propri privilegi. Bergoglio conosce la vita reale e ricorderà la lezione di uno
dei suoi teologi di riferimento, Romano Guardini, per il quale non si può
staccare la verità dall'amore". "La semplice croce che ha indossato
sulla veste bianca - conclude il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani - lascia
sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti
gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l'esperienza
dell'America Latina, lavora per il bene e il progresso dell'umanità, avendo
come riferimenti Bolivar, Allende e José Martí, solo per citarne alcuni. E'
questa la 'fumata bianca' che aspettiamo dalla Chiesa del nostro tempo". [Fonte:
http://www.grandeoriente.it/rassegna-stampa/2013/03/(agenparl)-papa-raffi-(goi),-con-nuovo-pontefice-nulla-sara-piu-come-prima.aspx#sthash.I1NKUMFq.dpuf]
La mia preoccupazione non nasce tanto per le
simpatie in sé di costui nei confronti di Francesco – perché se io mostrassi
simpatia nei confronti del capo dei satanisti, non penso che i suoi seguaci
soppestassero che il loro leader stia per farsi cattolico – quanto, piuttosto,
per il fondamento di tali simpatie. Aldilà delle evidenti assurdità proferite
da Raffi (come sul bene realizzato dalla Massoneria), se egli non trova nel
Papa un motivo di scandalo, un nemico, ma un amico – rimanendo massone e quindi
non cattolico – qualche perplessità mi viene. Anche perché l’entusiasmo dei
massoni si fonda sui tasti che più sovente lo stesso Francesco batte.
Ora, non voglio fare paragoni con il Predecessore
di Francesco, sia perché sarebbero sbagliati, sia per non turbare i radicati
convincimenti di Andrea Tornielli e soci, ma è evidente che tali simpatie all’indomani
del 19 arile 2005 non ci furono. Anzi.
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