lunedì 23 dicembre 2013

Parafrasando il Marchese del Grillo, che si rivolgeva all’ebanista Aronne Piperno, posso essere ancora un po’ preoccupato per ‘sto fatto? Quale fatto? Il seguente:

"Con Papa Francesco nulla sarà più come prima. Chiara la scelta di fraternità per una Chiesa del dialogo, non contaminata dalle logiche e dalle tentazioni del potere temporale" "Uomo dei poveri e lontano dalla Curia. Fraternità e voglia di dialogo le sue prime parole concrete: forse nella Chiesa nulla sarà più come prima. Il nostro auspicio è che il pontificato di Francesco, il Papa che 'viene dalla fine del mondo' possa segnare il ritorno della Chiesa-Parola rispetto alla Chiesa- istituzione, promuovendo un confronto aperto con il mondo contemporaneo, con credenti e non, secondo la primavera del Vaticano II". Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, commenta così l'inizio del pontificato di Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio. "Il gesuita che è vicino agli ultimi della storia - prosegue Raffi - ha la grande occasione per mostrare al mondo il volto di una Chiesa che deve recuperare l'annuncio di una nuova umanità, non il peso di un'istituzione che si arrocca a difesa dei propri privilegi. Bergoglio conosce la vita reale e ricorderà la lezione di uno dei suoi teologi di riferimento, Romano Guardini, per il quale non si può staccare la verità dall'amore". "La semplice croce che ha indossato sulla veste bianca - conclude il Gran Maestro di Palazzo Giustiniani - lascia sperare che una Chiesa del popolo ritrovi la capacità di dialogare con tutti gli uomini di buona volontà e con la Massoneria che, come insegna l'esperienza dell'America Latina, lavora per il bene e il progresso dell'umanità, avendo come riferimenti Bolivar, Allende e José Martí, solo per citarne alcuni. E' questa la 'fumata bianca' che aspettiamo dalla Chiesa del nostro tempo". [Fonte: http://www.grandeoriente.it/rassegna-stampa/2013/03/(agenparl)-papa-raffi-(goi),-con-nuovo-pontefice-nulla-sara-piu-come-prima.aspx#sthash.I1NKUMFq.dpuf]

La mia preoccupazione non nasce tanto per le simpatie in sé di costui nei confronti di Francesco – perché se io mostrassi simpatia nei confronti del capo dei satanisti, non penso che i suoi seguaci soppestassero che il loro leader stia per farsi cattolico – quanto, piuttosto, per il fondamento di tali simpatie. Aldilà delle evidenti assurdità proferite da Raffi (come sul bene realizzato dalla Massoneria), se egli non trova nel Papa un motivo di scandalo, un nemico, ma un amico – rimanendo massone e quindi non cattolico – qualche perplessità mi viene. Anche perché l’entusiasmo dei massoni si fonda sui tasti che più sovente lo stesso Francesco batte.


Ora, non voglio fare paragoni con il Predecessore di Francesco, sia perché sarebbero sbagliati, sia per non turbare i radicati convincimenti di Andrea Tornielli e soci, ma è evidente che tali simpatie all’indomani del 19 arile 2005 non ci furono. Anzi.

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