venerdì 11 ottobre 2013

Sandro Magister, vaticanista de l’Espresso, stamane scrive che “papa Francesco ha bloccato l'esame intrapreso dalla congregazione per la dottrina della fede sulle messe delle comunità neocatecumenali. L'ordine di accertare se in queste messe si compiano degli abusi liturgici, e quali, era stato dato personalmente da Benedetto XVI nel febbraio del 2012. L'avvio dell'esame era risultato decisamente sfavorevole al "Cammino" fondato e diretto da Francisco "Kiko" Argüello e Carmen Hernández, da sempre molto disinvolti nel modellare le liturgie secondo i loro criteri. Ma ora essi si sentono al sicuro. Hanno avuta la conferma dello scampato pericolo dallo stesso papa Francesco, in una udienza loro accordata il 5 settembre.” Le riflessioni, lo sgomento e il dolore sono molteplici. Mi domando, ad esempio, perché i Frati Francescani dell’Immacolata vengano commissariati e i Neocatecumenali no. I Francescani dell’Immacolata celebrano fedelmente la liturgia cattolica; ed è un fatto. I Neocatecumenali no; ed è un altro fatto. Il Papa commissaria i Francescani dell’Immacolata per problemi liturgici; ed è un fatto. Il Papa blocca l’analisi dottrinale nei confronti dei Neocatecumenali; ed è un fatto. Contra factum non datur argumentum. Perché il papa blocca un iter di analisi istituito dal suo Predecessore? Ha forse timore dei risultati? Ha paura che la Congregazione per la Dottrina della Fede possa rilevare (come è evidente a chi non ha posizioni pregiudiziali) errori gravissimi nella prassi – e nella teoria – liturgica del Cammino Neocatecumenale? E questo non è un gravissimo atto del Sommo Pontefice che delegittima il suo Predecessore (ah, la continuità), che ne disprezza il pontificato liturgico, che cassa ogni sorta di verifica su quello che codesto movimento fa delle cose di Dio? Non traggo conclusioni, ma è evidente che non se ne capiscono la natura e il fine e che da questi atti il signor Arguello e soci ne usciranno entusiasti e con il rafforzamento della prerogativa che li ha sempre contraddistinti: fare della liturgia, della dottrina e della Chiesa cattolica quel che ne vogliono. Una liturgia ad uso e consumo. Se il papa glielo permette, liberi di farlo. A me personalmente, però, non mi si prenda più per il naso. Sono profondamente umiliato. Tante battaglie in difesa della Verità, del Dogma, del sacro e della liturgia così se ne vanno al macero. Che senso ha combattere se lo si deve fare contro il Papa? Che senso ha combattere se il Papa, che dovrebbe confermare nella fede, conferma chi la fede la tradisce e la rinnega?

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