Entrando in una chiesa, ove si sta celebrando il Santo Sacrificio dell’Altare, la Santa Messa, può essere utile, per capire e adorare, collegare quello che sta avvenendo con quello che viene annunciato nel libro dell’Apocalisse. Questo perché “per molti dei primi cristiani, era un dato di fatto: il Libro dell’Apocalisse era incomprensibile senza la liturgia.” [H. Scott – La cena dell’Agnello]
Tutto inizia con il segno di croce, “Poi guardai e vidi l'Agnello che stava in piedi sul monte Sion e con lui erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulla fronte” [Ap 14,1] il segno di coloro che credono in Gesù Cristo, si radunano nel Suo Santo Nome e per mezzo di Lui rendono culto al Padre.
Essi procedono verso l’altare, il Calvario, il luogo dove Cristo si è immolato e continua a immolarsi per la salvezza degli uomini. “E venne un altro angelo con un incensiere d'oro; si fermò presso l'altare e gli furono dati molti profumi affinché li offrisse con le preghiere di tutti i santi sull'altare d'oro posto davanti al trono.” [Ap 8,3]
Sull’Altare ci sono sette candelabri “Io mi voltai per vedere chi mi stava parlando. Come mi fui voltato, vidi sette candelabri d'oro” [Ap 1,12] e l’Altare, così come la Croce dell’Altare, le reliquie dei santi e il sacerdote stesso, vengono incensati. “Quand'ebbe preso il libro, le quattro creature viventi e i ventiquattro anziani si prostrarono davanti all'Agnello, ciascuno con una cetra e delle coppe d'oro piene di profumi, che sono le preghiere dei santi” [Ap 5,8]
Nelle domeniche, nelle feste e nelle solennità si canta il Gloria “e cantavano il cantico di Mosè, servo di Dio, e il cantico dell'Agnello, dicendo: «Grandi e meravigliose sono le tue opere, o Signore, Dio onnipotente; giuste e veritiere sono le tue vie, o Re delle nazioni. Chi non temerà, o Signore, e chi non glorificherà il tuo nome? Poiché tu solo sei santo; e tutte le nazioni verranno e adoreranno davanti a te, perché i tuoi giudizi sono stati manifestati».” [Ap 15,3-4]
Si proclama la Parola di Dio, di quello che è stato scritto alle chiese di Efeso, Smirne, Pergamo, Tiatiri, Sardi, Filadelfia, Laodicea. [cfr. Ap 2-3] E quale parola più sublime di quella di Gesù Cristo, Nostro Signore e Salvatore? Essa è proclamata e anticipata dal canto dell’alleluia: “Dopo queste cose, udii nel cielo una gran voce come di una folla immensa, che diceva: «Alleluia! La salvezza, la gloria e la potenza appartengono al nostro Dio […] E dissero una seconda volta: «Alleluia! Il suo fumo sale per i secoli dei secoli». […] Poi udii come la voce di una gran folla e come il fragore di grandi acque e come il rombo di forti tuoni, che diceva: «Alleluia! Perché il Signore, nostro Dio, l'Onnipotente, ha stabilito il suo regno.” [Ap 19,1.3.6]
È poi il momento più solenne, quello del Sacrificio di Cristo, e tutto il popolo di Dio, radunato nel nome del Signore, unendosi alle creature celesti, canta il Santo: “E le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali, ed erano coperte di occhi tutt'intorno e di dentro, e non cessavano mai di ripetere giorno e notte: «Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente, che era, che è, e che viene».” [Ap 4,8]
Cristo si immola sulla Croce, dal Suo corpo glorioso e martoriato viene versato il sangue della nostra salvezza; sangue raccolto nei calici d’oro: “Allora udii dal tempio una gran voce che diceva ai sette angeli: «Andate e versate sulla terra le sette coppe dell'ira di Dio».” [cfr. Ap 16]
“Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!” [Ap 1,3] Sì il tempo è vicino. È vicino a noi nella santa liturgia cattolica. In essa il tempo sparisce, l’eternità è ora, le distanze tra la Chiesa celeste e quella terrestre sono nulle; tutti insieme, un solo corpo, rendiamo il culto perfetto a Dio. Questa è meraviglia che le parole non possono descrivere e la mente non comprendere; questa è bellezza sublime di fronte alla quale, commossi, possiamo solo adorare.
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