sabato 20 luglio 2013

In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. 
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
[Lc 10,38-42]


Ora, di fronte a certi Vangeli risulta difficile ignorare la verità che annunciano. Gesù è chiaro, laconico, non usa diplomatiche vie di mezzo come troppo spesso i suoi ministri oggi fanno. Per essere cattolici Gesù Cristo è la priorità. Come scritto commentando il Vangelo di qualche Domenica fa, non bisogna anteporre nulla alla sequela di Cristo. Sequela che può esercitarsi in molto modi, non tutti sono chiamati al sacerdozio, alla vita religiosa, a quella familiare, missionaria, eccetera. Tutti però siamo chiamati a servire Gesù. Dopo, e solo dopo, nasce il servizio per gli altri, i poveri, i bisognosi. L’aiuto per i poveri e in generale per tutti coloro che ne hanno bisogno può fondarsi solo e soltanto in Gesù Cristo. E questo non è un vezzo teologico, ma una realtà fondamentale. L’altro, colui che ha bisogno, lo riconosciamo, riconosciamo che ha bisogno, solo seguendo Gesù Cristo. Senza di Lui confondiamo le cose. Pensiamo, come fanno le associazioni non cattoliche, che il bene passi solo e soltanto dal riempimento della pancia e del portafoglio. La cura e la salvezza dell’anima non interessa nessuno. Non interessa più nemmeno i cattolici che, avendo rinunciato a seguire il Gesù cattolico, e avendo inventato un Gesù ideale, credono che si possa prescindere dal servire prima Lui. Anche perché senza di Gesù, senza di Dio, non sappiamo chi ha bisogno. O confondiamo i bisogni o li ignoriamo. Una persona ricca ha lo stesso bisogno di una persona povera. Di cosa ha bisogno? Di verità, di parole di vita eterna, di amore. Queste gli possono giungere solo dalla fede. Ma se coloro che devono annunciarla, professarla e celebrarla, si spogliano del loro abito (in tutti i sensi) e ne indossano un altro (negli stessi sensi di prima) ecco che questo bisogno non viene appagato. In una visione ideologica della fede e della Chiesa, si crede che l’attenzione dei cattolici (e dei cristiani in genere) debba rivolgersi solo ai poveri. Forse così si insinua la convinzione che il ricco, con i soldi, ha già tutto quello che gli serve per stare a questo mondo. Ma il ricco, tanto quanto il povero, aldilà se mangia tanto, poco o niente, due, tre o nessuna volta al giorno; se si lava sempre o mai; se va in giro in Ferrari o a piedi; se può permettersi di comprare una clinica o non ha i soldi per acquistare nemmeno un’aspirina; il ricco, quindi, quanto il povero, ha bisogno di verità e di amore. Con la fede la vita acquista senso, sia che si viva in città che in periferia. Senza la fede, senza Gesù Cristo, la vita non ha senso. E senza Gesù Cristo si perde anche la beatitudine eterna. Lo so che oggi è di moda impegnarsi per i poveri e che il comandamento primo non è più Non avrai altro Dio al di fuori di me, ma questo non è cattolico, quindi non è evangelico. La parte migliore è seguire e servire Gesù. I cattolici, che sono toccati dalla grazia, hanno la possibilità di vivere la pienezza della vita. E quindi, solo e soltanto dopo il servizio a Gesù Cristo, scoprono la necessità di dedicare la propria vita a chi ne ha bisogno. Gli eretici, anche se si fingono cattolici, ignorano il servizio a Cristo e svolgono, tradendolo, solo quello per i poveri. Gesù Cristo non è e non può essere un accessorio, ma deve essere il fondamento di tutte le cose che facciamo. Ecco perché tutti i grandi santi prima di ogni loro preoccupazione veniva la partecipazione ai Sacramenti, specie al Santo Sacrificio dell’Altare. Oggi, lo capisco, non celebrandosi più il Santo Sacrificio dell’Altare, ma il blando banchetto della tavola, affannandosi e agitandosi per molte cose, si è perso il senso vero del servire, dell’aiuto a chi ne ha bisogno. Quando chi di dovere capirà che riscoprire un servizio serio e vero a Gesù Cristo è l’unica strada per aiutare veramente il prossimo? Nel corpo e, soprattutto, nello spirito.

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