mercoledì 1 settembre 2010

Abbiamo assistito in questi giorni alla visita del leader libico Gheddafi che, com’era prevedibile e senza farsi troppo pregare, ha lasciato dietro di sé uno strascico di polemiche. Polemiche che temiamo non serviranno a dare una svegliata a questo nostro amato Belpaese, ma che comunque fanno riflettere. In particolare hanno creato fastidi e polemiche le dichiarazioni di Gheddafi in merito alla conversione dell’Europa all’Islam e della teoria (tutta sua e tutta da dimostrare) secondo cui nell’Islam le donne sono più rispettate rispetto all’Occidente. Molti si sono lamentati, molto hanno preso le distante, ma altrettanti (e questo preoccupa) hanno cercato di sminuire e stigmatizzare quanto successo. In pochi hanno difeso a spada tratta l’Occidente e quella cultura giudeo cristiana che l’ha fondata. Anche perché ricordiamo come la nascente Unione Europea abbia evitato tenacemente di citare le radici cristiane dell’Europa. Ed ecco allora che qualsiasi dittatore (non capo di governo) può venire da noi e sparlare. Tanto noi non sappiamo più chi siamo. E facciamo le nostre ridicole figure. Come quella di esaltare e decantare la democrazia e poi prestare il fianco ad un dittatore. Riempirci la bocca di libertà religiosa, diritti dell’uomo e parità tra uomini e donne, e poi ascoltare silenziosi e proni le esternazioni di un dittatore che nel suo Paese non concede nessuna libertà religiosa e professa e vuole esportare una religione che non contempla una vera parità tra i sessi (vedi anche la recente ed ennesima vicenda di una donna accusata di adulterio e quindi condannata alla lapidazione). Se in pochi hanno difeso l’Occidente, tra quei pochi c’è Gilbert Keith Chesterton che però non è un nostro contemporaneo (necessiteremmo di uomini come lui!). A ridare luce al pensiero dello scrittore inglese è Edoardo Rialti dalle pagine de Il foglio di oggi. Pensiero che, seppur datato 1920, risulta perfettamente contemporaneo e, più che mai, necessario riproporre. In questi appunti inediti (la traduzione italiana del libro dove sono contenute latita da oltre settant’anni) Chesterton, con la sua solita e pregevole scrittura, annota:

Lungo la strada per il Cairo uno può notare almeno una ventina di gruppi esattamente uguali alla Sacra Famiglia nei dipinti della fuga in Egitto, con una sola differenza: che è l’uomo a cavalcare l’asino. 
 
E ancora: 
 
È ammirabile che l’Islam ammetta l’uguaglianza di tutti gli uomini, ma si tratta di un uguaglianza tra maschi.

Rialti conclude il suo articolo lamentando la nostalgia per la mancanza, che condividiamo, nel panorama contemporaneo di una Fallaci che potesse domandare a Gheddafi se condivideva il “cattolicissimo pensiero di Chesterton secondo cui”:

Dio avrebbe creato gli uomini solo come scusa per creare poi le donne.

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