mercoledì 28 luglio 2010

Ci sono conclusioni da trarre. Tanto parlare, dibattere, senza giungere a conclusioni, magari anche parziali, in vista di quelle definitive, è solo un dileggio che, su certi argomenti, non possiamo permetterci. Il tema in questione è quello della laicità e il parlare (nello specifico si tratta di scrivere) è di Dario Antiseri nel suo “Laicità. Le sue radici. Le sue ragioni”. Le conclusioni a questo scrivere ci permettiamo di trarle noi. Ecco quanto scrive Antiseri: Laico è chi è chi è critico; non dogmatico; disposto ad ascoltare gli altri – soprattutto quanti pensano diversamente da lui – e al medesimo tempo deciso a farsi ascoltare; laico è chi è rispettoso delle altrui tradizioni e, primo luogo, della propria; è colui che è consapevole della propria ed altrui fallibilità e che è disposto a correggersi; il laico non è un idolatra, non divinizza eventi storici e istituzioni a cominciare dallo Stato […] il laico rispetta la voce del popolo ma non la mitizza […] il laico si affida alla tecnica del referendum o allo «scudo personale» dell’obiezione di coscienza, nella più lucida consapevolezza che la società aperta non sarà mai una società perfetta. Ora aldilà della condivisione di certe idee (anche del fatto che laico significhi tutto ciò), possiamo facilmente concludere che, alla luce della visione della laicità di Dario Antiseri, la nostra società non è laica. Perché? Vediamolo. La nostra società, italiana e globale, non è disposta ad ascoltare gli altri per il semplice fatto di essere diversa; specie se quanto gli viene detto non risponde ai suoi interessi. La nostra società omaggia e osanna le altrui tradizioni, ma calpesta e denigra le proprie. La nostra società non è consapevole dei propri limiti: pensa di non averne. La nostra società è idolatra: divinizza eventi storici (vedi il Risorgimento o la Shoah) e tante altre cose (vedi la sessualità e la “libertà” – caricatura di quella vera -). Nella nostra società si mitizza la voce del popolo, illudendosi che essa sia l’equivalente della verità, del bene e del giusto. La nostra società non ha la consapevolezza di non poter mai diventare perfetta: crede di esserlo già. Se il laico è colui che si affida al referendum è uno che affida il suo futuro sull’opinione della massa, della moda; è biblicamente un maledetto, perché «Maledetto l'uomo che confida nell'uomo». [Ger 17,5]

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