In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
[Lc 12,49-53]
Scusate, deve esserci un errore. Questo Vangelo è falso. Magari ha ragione Dan Brown o Corrado Augias e questa è una di quelle pagine modificate da quei potentissimi e bigotti apostoli che, morto Gesù, si sono inventati tutto. L’errore deve esserci, altrimenti non ha senso. Dov’è il Gesù zucchero e miele? Il Gesù del volemosebene? Il Gesù dell’amore a dosi di baci perugina? Dov’è? Le cose sono due. O non è mai esistito e chi lo presenta così è uno che racconta falsità, oppure questo Vangelo come lo spiegano? Che certi fumosi personaggi di Gesù, della Chiesa e della fede cattolica abbiano capito ben poco è un passaggio che prima o poi qualsiasi persona di buon senso (a prescindere dalla fede che professa) deve fare. E successivamente deve scontrarsi con una realtà dura. Ancor più dura quando si rende conto che Gesù non era e non è quel personaggio dei fumetti che certa predicazione vuole far credere. La realtà è dura, ma è la realtà. Si può anche scegliere di fracassarcisi sopra quotidianamente perché l’importante sono le utopie, le favole e le ideologie; ma, credo sia più sano, si può optare anche per capirla – e accettarla – questa realtà per camminarci sopra e, con fiducia, vedere dove ci conduce. E una realtà evidente è che Gesù non è venuto a portare né pace né unità. La Sua Parola, la Sua Dottrina, la Sua stessa Vita, sono segno di scandalo e contraddizione che, per inspiegabili motivi, non da tutti viene accettata e riconosciuta. Anzi, da molti è anche perseguitata. Noi geni di oggi invece che rimanere uniti nel Signore Gesù, cerchiamo l’unità nei suoi denigratori, che non chiamiamo più eretici, non gli annunciamo il Vangelo di salvezza, cercando e sperando che si convertano, ma rinunciamo al nostro Credo (basta anche rinunciare ad un solo articolo di fede) e ci uniamo allegramente agli eretici. Ma questa non è l’unità che Gesù chiede al Padre. Gesù vuole l’unità tra i suoi seguaci, tra i suoi fedeli. Ma nel mondo Gesù non è ben visto. Ed è per questo che crea divisioni. Bisogna saper accettare anche questo e riconoscere che se noi siamo discepoli di Gesù non è per meriti, ma per grazia. Grazia che troppo spesso manca. Ma non possiamo confondere la grazia con la nostra ipocrita vigliaccheria che censura Gesù, trasformandolo in un pupazzo delle favole, e che lo presenta per quello che non è. Il fine non giustifica i mezzi. E il fine dell’unità deve essere perseguito rettamente, non rinunciando alla verità.
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