martedì 16 luglio 2013



Questo cantava nel 1993 Lorenzo Jovanotti. E la Chiesa cattolica, con i suoi tempi, si è adeguata. Vedere la foto di seguito della chiesa di Santa Maria Regina Pacis ad Ostia (Roma).


Ci sarebbe poco da dire. Ma nessuno (a parte CorrispondenzaRomana) dice nemmeno quel poco, e allora le cose da dire divengono molte. Sono disgustato, umiliato, ferito, adirato e profondamente stanco. Non tanto dell’ennesima idiozia ecclesiale, inutile e dannosa, ipocrita, falsa e, certamente, non cattolica. Lo scandalo non nasce da questo ennesimo fatto. No. Nasce dal fatto che costoro sono i più forti, coloro che detengono il potere nella Chiesa e il plauso nei media. Perché nella Chiesa il clero è quello che: modernista o qualsiasi cosa purché non cattolico (altrimenti viene messo ai margini). I media, proni a questi poteri ecclesiali, esaltano le incomprensibili potenzialità e meraviglie di tali operazioni. I fedeli seguono o i loro eretici pastori o i loro altrettanto eretici giornalisti. Il fedele che per grazia di Dio (immensa in questi casi) si ostina (sì, trattasi di ostinazione) a rimanere cattolico ha due strade: andare contro l’autorità ecclesiastica o ritirarsi in un nascondimento che lo tenga lontano dalla fastidiosa e pericolosa tentazione di disubbidire. Lo dico con estrema franchezza, io sto tra costoro. Continuo a domandarmi (lo dico facendo riferimento ad un fatto marginale, pretestuoso, ce ne sono stati di più gravi, ma la misura è ormai colma) a che giova darsi e spendersi in questa Chiesa. Non apostato, non ci sperate (utilizzereste la mia apostasia – ignorando la vostra – per i vostri sporchi fini), ma mi defilo sempre più verso i margini della vita ecclesiale. Lo dico con profonda umiliazione e frustrazione. Ma non ha più senso spendere tante energie e fatiche quando queste non producono nulla e quel poco che producono viene strumentalizzato contro il santo fine per cui erano state spese. Il potere nella Chiesa lo avete voi, cari vescovi e preti. Avete gridato contro il clericalismo, fatto a pezzi la Chiesa, e ora che il potere lo avete in mano (perché è così e così deve essere) lo utilizzate come tristi monarchi nella conquista delle vostre assurde eresie. Il potere non ce l’ho io, laico, peccatore misero. Fatene quel che volete. Anche il tempo e la storia sta smentendo punto su punto le vostre eretiche e farneticanti illusioni. Tenetevele strette, perché senza di esse siete niente. E in niente si risolve la vostra esistenza. Io, dal conto mio, che ho il pressante interesse di salvarmi l’anima, mi defilo. Non ha senso stare ai vostri banchi, ai vostri circoli, nelle strutture da voi prontamente conquistate e affidate alla fazione potente di turno. Le mie energie, sempre minori, le mie capacità, misere è vero, le mie potenzialità, preferisco si perdano, piuttosto che correre il rischio che vadano ad aggiungere e ingrassare le fila dei vostri seguaci. Perché vorrei portare anime nella Chiesa cattolica, non nelle combriccole di determinati personaggi. Laici o religiosi che siano. Sono stanco e sfiduciato, avete ucciso tante energie e aspettative. Non voglio iniziare una guerra contro nessuno, tantomeno se in abito talare (lasciamo perdere altre stravaganti forme di abbigliamento sacerdotale). Perché io, da buon cattolico quale aspiro ad essere, so riconoscere i limiti e i ruoli. Voi avete deciso, per ovvie convenienze, di creare confusione. Il buon Dio a tempo debito saprà fare giustizia, soprattutto delle mie colpe e mancanze. Che sono già numerose e mi preoccupo di non aggiungervene altre.

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