sabato 20 ottobre 2012

Come prontamente segnalatomi da un parroco di una parrocchia romana, altrettanto prontamente riporto qui quanto fattomi notare. In merito all’ultimo post “Il potere delle immagini”, dove lamentavo l’ennesimo stravolgimento della verità cattolica (in quel caso concernente la rappresentazione della Messa), mi è stato fatto notare come, la teologia cattolica, e di conseguenza l’arte, da sempre parlando dell’Eucarestia ha fatto riferimento anche all’Incarnazione e, quindi, a Gesù Bambino. In maniera ineccepibile mi si portano a sostegno le seguenti immagini (tratte dal blog Messainlatino):





Accolgo la segnalazione e segnalando l’accaduto rettifico, in parte, quanto scritto nel post precedente. Perché in parte? Perché queste tre immagini, poste a sostegno del fatto che la teologia cattolica nel Sacrificio della Messa ha visto anche Gesù bambino, certificano e aggravano ancora di più alcune tesi da me sostenute, anche in maniera implicita nel post precedente. E che mi accingo a esporre. Innanzitutto la qualità delle immagini. Il confronto tra queste e quella del libretto del 2012 è impressionante. Pur sostenendo le stesse cose (e mantengo i miei dubbi sulle buone intenzioni), la realizzazione è profondamente diversa. Ora, da cattolici (in quanto persone munite di ragione), crediamo che la forma sia necessaria e non accessoria alla sostanza di qualcosa. Una virgola può essere rappresentata così ‘,’; lo stesso tratto grafico se variato anche di poco, con l’aggiunta ad esempio di un punto ‘;’ cambia totalmente il senso. Ancor più se il tratto rimane lo stesso ma cambia la posizione. Questo ‘,’ non è questo ‘’’. Una virgola e un apostrofo. Tale divagazione per mostrare come la forma sia intrinsecamente legata alla forma, tanto che ‘una forma non vale l’altra’. Ma ogni ente ha la propria forma. Se si continua a considerare i bambini, cui i libretti moderni sono destinati, come degli imbecilli che non distinguono la qualità delle immagini tanto che la Gioconda di Leonardo è la stessa cosa di una mia copia dell’originale, allora vanno bene certi disegni. Se, come credo, i bambini non sono dei decerebrati, ma persone con una spiccata capacità di leggere le immagini (forse anche più delle parole che ascoltano) e persone con una profonda esigenza di risposte, allora certe immagini sono un veleno: corrosivo e nocivo. I bambini cercano il vero, il bello. Rispondere loro con lo schifo, non è carità, ma scandalo che merita la macina al collo di evangelica memoria. Proseguendo nell’analisi di queste due serie di immagini notiamo come in passato si sottolineasse sia l’aspetto dell’Incarnazione, sia quello del Sacrificio (che è, non dimentichiamolo, la sostanza della Messa). Et-et. Non aut-aut. Oggi, invece, dell’aspetto sacrificale della Messa, non ne parla più nessuno. Quando il Papa lo fa viene beatamente ignorato. Tanto che i giovani (su cui buona parte del clero ripone smodata fiducia e sul quale investe altrettante smodate risorse) di fronte alla domanda “che cos’è la Messa?” difficilmente risponderebbero che è un sacrificio. O risponderebbero che è l’ultima cena di Gesù o che è un banchetto tra amici. Ed è poi normale, ovvia conseguenza, che quando gli amici non ci sono a Messa non ci vanno e quando ci vanno stanno con gli amici, non adorando Nostro Signore Gesù Cristo. Tra le altre cose, mi è stato fatto notare che c’è differenza tra spiegare un dono dello Spirito Santo (come fa il libretto del 2012), un conto spiegare cos’è l’Eucarestia (come farebbero le altre immagini segnalate). A tal proposito vanno notate due cose: la prima è che, come da me riportato in nota all’immagine moderna, il libretto, parlando del dono dell’intelletto, dice che è il dono che “ci fa vedere le cose per quello che realmente sono”. Quindi di conseguenza, la Messa non è un sacrificio, ma qualsiasi altra cosa. A riprova di ciò va la seconda notazione da fare. Negli attuali sussidi per il catechismo (e ne ho visti un bel po’!), quando si parla dell’Eucarestia (così come degli altri Sacramenti o cose sacre) attraverso i disegni c’è una banalizzazione disgustosa e dannosa. Nello specifico dell’Eucarestia c’è sempre un tavolo (mai un altare) e un sacerdote vestito male (con la sola stola). Nelle immagini e nel testo mai che si parli di sacrificio. Le immagini che si usavano fino a qualche decennio fa, invece, erano in tal senso chiarissime. “A pensar male si fa peccato ma spesso ci si indovina” ripeteva la mamma di Pio XI (espressione poi ripresa dal senatore Andreotti). Io penso malissimo di tanta mole di pubblicazioni catechetiche. Che sono brutte e devianti. Del brutto c’è poco da dire. Del devianti ci sarebbe molto. E molto dico. Ma altrettanto taccio, preso dallo sconforto di vedere tradito e deriso il tesoro bellissimo (questo sì) e commovente della Sacra Dottrina cattolica. Dottrina cattolica umiliata a essere un galateo del buon vivere, un Cristianesimo all’acqua di rose (in cui di Gesù Cristo se ne può fare benissimo a meno) e mutilata così tanto da non essere spiegata. Il mio pensare male non dipende da pregiudizi, ma dalla verifica di come certi temi vengono trattati, dalla mistificazione con cui vengono rappresentati e da quanto poco vengono predicati. E, di conseguenza, da come vengono poi celebrati.

1 commento:

  1. Non deve rettificare... ma solo specificare la differenza ;-)
    come le ho fatto notare in un messaggio che le ho lasciato nel post precedente!
    L'immaginetta che ritrae l'Ostia Santa che "svela" la Divina Presenza è una cosa, ma che il bambino possa usare la fede come una lente è devastante.... perchè la fede non è paragonabile ad una lente...
    ;-)
    il parroco che le ha segnalato la presenza di immaginette sacre con l'Ostia e il Bambino, si è dimenticato tuttavia di comprendere che la fede non è come una lente, san Tommaso d'Aquino ci spiega che la fede è come il SESTO SENSO, è un senso, non un ingrandimento di ciò che appare piccolo o invisibile....

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